E alla fine divennero pirati veri

L'argomento di oggi è la pirateria. Ovviamente non voglio parlare di modding e compagnia bella, oltre…

E alla fine divennero pirati veri


L'argomento di oggi è la pirateria. Ovviamente non voglio parlare di modding e compagnia bella, oltre ad essere vietato parlarne qui, a dire il vero non ne vedrei nemmeno l'utilità sotto questo aspetto, potete parlarne benissimo da qualche altra parte magari più specializzata, ma volevo porre una questione che già da tempo avevo in testa e che con gli ultimi avvenimenti (problems Sony?) ha abbastanza solidificato le mie idee: la pirateria è la vera regina del mercato videoludico?
Partiamo dal principio, fino a qualche anno fa il ruolo dei pirati del web, noti come cracker (attenzione a non confondergli con gli hacker, lo leggete spesso, vero, ma non si sa mai, diffidate dall'immagine messa all'inizio per scena), era sempre visto con molta paura, ma fino ad un certo punto, perché? Perché nonostante il notevole numero di reati fatti nel web, non minacciavano di essere un pericolo per il consumatore (al contrario di qualsiasi azienda, internazionale o meno che è sempre finita vittima), anzi, il più delle volte questo è stato avvantaggiato notevolmente: il fatto che puoi scaricarti dei giochi gratis con marchio registrato, è trasgressivo ma soprattutto conveniente.

Il recente attacco di un gruppo di craker anonimi (ripetiamo, non gli Anonymous), ha completamente rovesciato le carte e in parte direi che ha pure disorientato completamente il consumatore medio. Il fatto che loro possano rubare non dei dati personali (ormai ce ne freghiamo della privacy su facebook, se ci rubano nome, cognome e data di nascita di certo staremo a preoccuparci fino ad un certo punto), ma soprattutto dati che hanno a che vedere con i propri soldi - carte di credito, ricaricabili etc... - è quasi agghiacciante e soprattutto una vera e propria minaccia, da veri pirati, perché significa che sono in grado di fare tutto: un team di persone che è riuscito a sfondare le mura di sicurezza digitali di una società ENORME come Sony, per impossessarsi dei dati di 77 milioni di persone, significa che può permettersi di fare veramente di tutto con quel che riguarda il mondo informatico.
Pensare che Sony fino alla PS3 non si è mai interessata di combattere la pirateria, c'è voluto il fallimento sul mercato della PSP per capirlo, perché non è ha mai avuto il bisogno, perché quando sei regina del mercato e stravendi sia in campo hardware e software per anni (dal '94 fino al 2007), i guadagni rimangono talmente alti che il problema può essere insabbiato (ok, non sono di certo un economista e poco me ne intendo, ma facendo 2+2 la situazione mi pare abbastanza ovvia, le prime due Playstation sono state regine del mercato senza rivali e guarda caso erano due console che si modificavano una meraviglia, carta canta).

 Arriva la PS3, una console che ha resistito alla pirateria per ben 4 anni, quando ormai sul Wii e X360 si è saputo tutto per modificare in pochi mesi, in poche parole eoni in confronto, a tal punto che ho pure pensato ad un primo vero fallimento della pirateria, e proprio quando il tabù anti-pirateria è stato sfatato pochi mesi fa, Sony, stranamente, è andata subito in contropiede mandando addirittura la guardia di finanza nella casa della persona che è riuscita a fare tutto ciò, risultati ovvi: la persona si ritira, ma i pirati ovviamente no. Quindi tra Marzo e Aprile il team Anonymous si è dato alla pazza gioia contro Sony facendo crashare più di una volta i loro server e dopo aver finito ha minacciato futuri attacchi. Infine, per le vacanze di Pasqua fino ad oggi, è successo quello che tutti sappiamo. Non mi interessa adesso indagare su chi è il colpevole o meno, ma questa vicenda ha marcato notevolmente la potenza dei pirati che hanno nel web.
Ecco da cosa parte il quesito iniziale, la pirateria è talmente potente che è la vera regina del mercato videoludico, il Wii è una console in cui ormai gli hacker la conoscono meglio, più di qualsiasi dipendente Nintendo, e guarda un po', primo in classifica nella console war con più di 80 milioni di copie vendute (mi pare, ma le cifre sono intorno queste), contro i 40 o poco più di PS3 e X360 che lottano ogni giorno al sorpasso.

Vogliamo vedere il mondo delle console portatili sempre in termini di vendite? DS in vantaggio su PSP: per l'appunto parliamo di una console più facile da modificare (basta una cartuccia) e anche più economica (ora come ora fino ad un certo punto, proprio oggi su un volantino di Media World la vendevano ad 89€). Discorso analogo per le due generazioni di home-console precedenti, con le Playstation sempre in vantaggio.
Prevedendo che molto probabilmente la prossima generazione videoludica, per i portatili, la vincerà quasi sicuramente il mobile (o meglio Apple, anche qui, cellulare che costerà più di mezzo stipendio di un lavoratore medio, ma pur sempre facile da modificare) e potrebbe nei peggiori dei casi portare la fine delle console portatili, la pirateria contro Sony ha mostrato veramente i suoi muscoli, denti e cazzi e mazzi, e in parte rivoluzionerà l'organizzazione delle grandi aziende internazionali riguardo alla sicurezza, dei consumatori, che durante queste console war, quasi inconsapevolmente e per puro disinteressamento li hanno finanziati. Con questi non si scherza veramente, e prima di combatterli a viso aperto, bisogna avere un piano curato maniacalmente, ne andrà la sicurezza dell'azienda, ma soprattutto quella dei consumatori e se si continua a toccare quella, cadrebbe veramente il sistema.

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Commenti

E alla fine divennero pirati veri

Rob 02/01/2013 alle 10:44

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