25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Sono passati 25 anni dall'entrata del Gameboy sul mercato giapponese. Un altro anniversario che, come…

25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming


Sono passati 25 anni dall'entrata del Gameboy sul mercato giapponese. Un altro anniversario che, come Metroid, non ti spieghi perché Nintendo non abbia pianificato qualche modo per celebrarlo.
E' stato il marchio di Nintendo più influente della storia e fino all'avvento degli smartphone, indubbiamente è stato il più potente in ambito di gioco portatile. Ha cambiato il modo di giocare e di far divertire le persone.
Su questa frase finale vorrei approfondire meglio: il cambiamento che ha portato il Gameboy sotto un certo aspetto trovo che sia davvero sottovalutato e penso abbia un risvolto sociale che tutt'oggi col Nintendo3DS è in continua evoluzione e prende una strada davvero fuori dal coro rispetto a chi grida ai quattro venti le potenzialità d'interazione dei social network ma finge di non conoscere i problemi che questi creano per allontanarti dalla realtà.
Il Gameboy è stato precursore di due grandi rivoluzioni: la portabilità e un rapporto intimo con un oggetto tecnologico.
Per la prima, le parole non c'è bisogno di sprecarle: anche se oggi si sprecano le battute alla vista di quel mattone, all'epoca avere una console portatile che garantisse una vasta scelta di giochi, rendeva il prodotto veramente unico. Non a caso, il progetto Gameboy è stato capeggiato dalla mente di Gunpei Yokoi, il coniglio uscito dal cilindro che con Shigeru Miyamoto ha fatto la fortuna di Hiroshi Yamauchi per l'era elettronica di questa azienda.
La seconda, invece, non è una rivoluzione avvenuta subito con il lancio, anzi, ha debuttato con la serie che ha regalato una seconda vita a questa console: i Pokémon.
Riguardo i Pokémon si possono trovare spunti di riflessione davvero interessanti, alcuni inquietanti (ma descritti all'inverosimile), altri affascinanti, quello che propongo mi auguro sia più affascinante che inquietante.
Pokémon è probabilmente il prodotto anni '90 più virale del decennio, una delle conseguenze che ha portato questi risultati è stata una scelta geniale che va addirittura contro le tendenze più fondamentali di Nintendo: Pokémon infatti non è un prodotto per famiglie, è un prodotto per singoli individui. Ogni cartuccia di Pokémon ha una data singola e il gameplay del gioco fa in modo di escludere completamente la condivisione del gioco con altre persone per quella singola cartuccia: tutt'oggi ci spaventiamo all'idea che qualcuno possa accendere il nostro vecchio Gameboy con la cartuccia dentro, selezioni nuovo gioco e dopo 2 minuti salvi "per sbaglio" la data distruggendo gli sforzi di quelle che possono essere centinaia di ore di gioco, discorso ancora valido per le versioni successive uscite.
A questo si aggiunge la scelta della versione più adatta al tuo essere, blu o rosso: dalla copertina una tartaruga gigante con dei cannoni d'acqua sulle spalle, oppure un lucertolone volante super figo infuocato dalle palesi sembianze di un drago. Una scelta tutt'altro banale che mette alla prova i gusti del giocatore e che comporterà delle conseguenze: durante il gioco scoprirai che se lo vuoi completare, dovrai interagire con i tuoi amici per avere dei Pokémon che in quella versione che hai scelto non sono inclusi.
Dunque, anche da qui nasce il fenomeno di condivisione di cui hanno potuto fare leva i social network: la cartuccia non è così diversa da un account personale, questa per essere completata dipende DA TUTTE le persone che hanno pure loro una propria cartuccia e che hanno uno stato più avanzato di quella data.
Pokémon - in una console in bianco e nero ad 8-bit - in questo modo ha potuto realizzare ben prima un concetto di condivisione che è diventato un fenomeno popolare, tanto più con le scoperte delle clonazioni. Ha costruito per il giocatore un rapporto con la console esclusivo che però necessita di un contatto con gli altri, non si parla ovviamente di dati personali, ma per un prodotto che si affaccia al gioco è una visione importante che ha influito per parecchie generazioni la concezione di avere un rapporto con un oggetto hi-tech e allo stesso tempo avere una rete di rapporti personali diretta.
Per un hardware oggi risibile come obsoleto, questa rimane una visione all'avanguardia difficile da imitare avendo un pari successo. Riguardo le tendenze social del Gameboy si possono trovare tanti altri concetti che oggi fanno parte della vita di tutti i giorni (qualcuno ha detto i selfie con la Gameboy Camera?), ma non hanno avuto un successo così virale e inoltre, questo proposto dai Pokémon, rimane un concetto universale di cui centinaia di milioni di persone tutt'oggi possono provare e che si scinde nettamente da quelli che possono essere i limiti tecnici di un hardware.
Per cui, chapeau al Gameboy e buoni 25 anni, è proprio una console che ha cambiato la storia!

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Commenti

Re:25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Giotto 100 22/04/2014 alle 12:15

veramente la killer application del GB è stata tetris!  ;)

Stavo pensando un articolo da fare su Tetris, visto che è stata una mia vera droga adolescenziale! :occasion14:

non so se mi credete, ma secondo me, quando ci si scambiava i pkmn solo di persona, era molto meglio! Ora ha completamente perso di senso il fare 2 versioni differenti del gioco...
Lo Streetpass comunque esiste perché il multiplayer non venga concepito solo come online ma anche come locale, paradossalmente oggi è ancora più facile scambiare Pokémon oppure fare tornei con persone. Solo che bisogna organizzarsi, gli Streetpass Meeting servono anche a questo. Personalmente vivendo a Cagliari ho sempre pensato che i fan Nintendo fossero inesistenti, da quando organizzo gli Streetpass Meeting mi sono ricreduto, in genere arriva una media di una 30ina di persone, con una media superiore ai 20 anni e il bello di tutto ciò è che questo concetto non si basa più sui Pokémon, ma sulla console e su tantissimi giochi. Per un ambiente orientato a farti crescere per dire "tanto dai 18 anni non giocherai più ai videogiochi" direi anche che è una bella vittoria per chi è veramente appassionato!
Secondo me giocare a Pokémon oggi è meno bello di prima perché richiede invece molta meno spensieratezza, è un gioco la cui sfida si è fatta molto più impegnativa e concorrenziale. Nulla di male, ma è improntato di più a tenere saldo un zoccolo duro di chi è veramente affezionato alla saga piuttosto che far avvicinare una nuova utenza oppure chi ci vuole giocare semplicemente per divertirsi!

Re:25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Felian 22/04/2014 alle 11:48

veramente la killer application del GB è stata tetris!  ;)

non so se mi credete, ma secondo me, quando ci si scambiava i pkmn solo di persona, era molto meglio! Ora ha completamente perso di senso il fare 2 versioni differenti del gioco...

Re:25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Giotto 100 22/04/2014 alle 11:11

Più che un elogio al game boy sembra un elogio ai pokemon.
Per tante generazioni Gameboy è stato sinonimo di Pokémon, la serie con cui si inizia a giocare, non a caso ho parlato di seconda vita per questa console!  :thumbsup:

Ma la chiave di successo dei Pokémon è che iniziava ad entrare nel mercato in una buona base installata di un prodotto accessibile a tutti, per cui i meriti del Gameboy in questo caso sono tantissimi, semplicemente mi sono concentrato sui Pokémon perché è l'esempio che ancora oggi è il più facile da attualizzare e far capire la grandiosità di questa console! :)

Re:25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Rin 22/04/2014 alle 10:42

Più che un elogio al game boy sembra un elogio ai pokemon.

Re:25 anni di Gameboy e preistoria di social gaming

Caribe 22/04/2014 alle 08:04

Nella storia della tecnologia è successo diverse volte che qualcuno è stato fin troppo in anticipo sui tempi proponendo una nuova soluzione che magari ha avuto un certo successo, ma non tanto da diventare mainstream. Nel senso che si trova una soluzione per una nicchia che però non colpisce la massa perché è ancora troppo acerba o la tecnologia è ancora troppo limitante.

Poi ad un certo punto quella stessa soluzione viene rivista da altri, che magari hanno esperienza anche in altri settori, ed ha un successo strepitoso. Contemporaneamente però l'inventore iniziale, rimanendo troppo legato all'idea iniziale, rimane indietro.

Il GameBoy è stato un prodotto rivoluzionario, ma anche il 3DS rimane ancora legato a all'idea di console portatile che fa solo quello. Nel frattempo sono arrivati gli smartphone e la concorrenza si fa sentire. Poi per fortuna uno smartphone non è comodo come un 3DS, però fa molte cose in più.

Stesso discorso per la socialità dei Pokémon. Finché non c'era internet era una figata, poi però, rimanendo il gioco confinato dentro sé stesso, non è in grado di dispiegare tutte le potenzialità che avrebbe oggi.

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