Il secondo episodio de Il
Signore dei Tortelli
non può che
essere letto...
Afghanistan, qualche
anno fa...
“Belin ma tei scemu, besugo d’un Mullah?” disse Bin
Laden
“Belandi, Osama, son tutte chi!” rispose il Mullah
Omar
“Figio dell’Aleansa del Nord! Ne manca una!”
“E belin, mia nun so mica dove sta!”
“Belin, ma ti ‘n’ capiss’ niante! Ancora una sfera
del Drago e finalmente avrò il potere di evocare il Grande Drago per diventare
il re de Taleban!”
“Ma guarda che ‘l ti sé già le re de taleban!”
“Tose! Alura sarò le re del mondo! Ma che l’è sti
chi?”
”Un radar cerca sfere!”
“Perché era nele tue mutande?”
“Boh, sarà stato uno spostamento d’aria”
“Scusa, che l’è uno spostamento d’aria?”
“Sai, quando ti senti la pansa gonfia? Quando ti
viene da piegarte en due? E quando senti un rumore tipo caverna del Sigante?”
“Che l’è la caverna del Sigante?”
“Nun so, c’era scritto nel “Signore dei Tortelli:
la compagnia del Tortello”, che sto leggendo”
“Belin, lo sai che nun devi leserte libri del
belino!”
“Ma son come mi, son così beli”
“Vabè, andiamose en cerca de le sfere” disse infine
Bin Lade
“Belandi, che caverna cavernosa!” disse il mullah
“Belin, che cacasotto! E che vuoi che sia?
Comunque, la settima sfera è qui” rispose Bin Laden
Molto gentilmente, il Mullah si fece da parte
per lasciar passare prima Bin Laden. Non meno cortesemente, Bin Laden lo pregò
perché passasse prima lui. Il mullah esitò, insistendo perché Bin Laden entrasse
per primo. Osama rifiutò e insistette perché fosse lui a guidarlo.
Dopo 5 minuti di quell’assurda sceneggiata, i
nervi del Mullah cedettero (forse anche perché Bin Laden gli puntò alla tempia
un fucile d’assalto tripla modalità di sparo con lanciarazzi incorporato e
mitragliatore montato sulla tripla canna, a fianco di un pratico lanciafiamme)
ed entrò nella grotta.
“Guarda, mullah, la sfera!” disse Bin Laden,
prendendola
In un attimo, l’entrata della grotta crollò, e
i due rimasero bloccati.
“Non preoccuparti, mullah, ci salveremo” disse Bin
Laden
“Guarda là: un cadavere!” disse il Mullah
“Incoraggiante”
“Coi baffetti”
“No…”
“Con dei capelli con la riga diagonale”
“No…”
“Con un simbolo: una croce…”
“No…”
“Anzi, una croce uncinata…”
“No…”
“Una svastica!”
“No…”
“E’ lui… Hitler!”
“NOOOOOOO!!!”
“Aspetta, c’è un biglietto: ze incontraten questen
korpen, preko kiamaren il draken delle sferen und farmi rinasceren”
“Bene, allora dimentichiamocelo…”
“No, è un uomo anche lui: dobbiamo rispettare le
sue ultime volontà!”
“Ma vaffanculo!”
I due si caricarono Hitler fino a trovare una
via d’uscita, e una volta all’aperto evocarono il Drago.
“Compari, Drago delle Sette Sfere!” disse Bin Laden
In una nuvola di fumo, un drago disse:
“Cosa vuoi, padrone? Autoradio? Macchine? CD? Un
carichetto di eroina facile facile? Sono il Drago Spacciatore, io. Posso anche
resuscitare le persone, fino a 8!”
“Voglio essere il padrone del mon…” disse Bin
Laden.
“Vorrei portare in vita Barella Baggins,
Corradagorn, Masini detto Pipino detto Gianni Sonottimista, Leghiolas,
Sorlandalf, Bertomir e Dentato il nano, oltre ad Adolf Hitler” lo anticipò il
mullah.
“Va bene” disse il Drago Spacciatore “eccoli qui”
Il mullah vide sicuramente lo sguardo d’odio di
Bin Laden.
Il primo a parlare fu Adolf: “Ya, che bellezen
afere di nuofen mien korpen!”.
Poi apparvero Barella, Leghiolas, Sorlandalf,
Masini, Corradagorn, Bertomir…
“Manca qualcuno?” chiese Corradagorn.
“Sì: Dentato” disse il Mullah
“Infatti, non manca nessuno”
Ma in quel momento apparve anche il botolo
nanesco.
“Sai, per un momento stavo quasi per credere che
non sarebbe apparso” disse Leghiolas a Corradagorn
“Per tornare nel vostro mondo” disse il Drago
“userete una tecnica speciale di Hitler”.
Prima ancora che i 7 chiedessero quale, il
Drago sparì. E videro Hitler che si sforzava come uno stitico: si stava
trasformando. Un lampo di luce e poi… un robot enorme apparve davanti ai loro
occhi: “Ecco il Nazi-Gundam” disse Hitler.
I 7 salirono su quest’Hitler alla massima
potenza che disse: “In un minuto vi porto nella vostra epoca, vicino a Saturno
c’è un varco spazio – temporale giusto giusto per la Terra di Mezzo”
Salutarono i due talebani e partirono.
La Terra di Mezzo era sempre la solita, e Minas
Terrunth non era certo migliore.
“Le nostre strade si dividono, allora” disse Hitler
“Perché non resti con noi?” chiese Leghiolas
“Mi spiace, ma la mia missione deve continuare: il
mondo è ancora pieno di ebrei!”
Detto ciò, accese i turbo-ultra-iper-super-mega
reattori nucleari e sparì nelle profondità dello spazio-tempo.
“Beh, allora siamo di nuovo noi” disse Corradagorn
“Dov’eravamo rimasti? Ah, sì, bisogna portare il
Tortello al Monte Peto e… Barella?” disse Sorlandalf
“Barella!!!” urlarono tutti
“La mia missione è mia soltanto: non devo
coinvolgere gli altri, devo portare io il Tortello al monte Peto” disse Barella
incamminandosi verso il monte Peto.
“Barella!” urlò una voce hobbit.
“Masini!”
“Non ti lascerò andare da solo! Ti aiuterò sempre!”
“Grazie! E’ di amici come te che ho bisogno!… OK,
ora prendi lo zaino che mi pesa, stai zitto e corri perché non ti aspetto. E se
non ti muovi ti gonfio di botte”
Un rumore li bloccò: un’ombra si spostò davanti
a loro. Barella si concentrò e afferrò qualcosa…
“Moncalvollum?” disse
“No, lasciami, lasciami, lasciami! Rivoglio il mio
tessoro!” disse Moncalvollum
“Cosa?” chiesero i due hobbit
“Il Tortello! Voglio mangiarmelo di nuovo!”
Barella gli lanciò un panino: “Lo porteremo con
noi” disse “E’ già stato a Merdor, e conosce le terre del Signore dei Tortelli,
Giovanni Rana. Ci guiderà”
“Io non mi fido: quello ci mangia nel sonno” disse
Masini
“Ma figurati: io mi fido, invece” e mise una
museruola stile Hannibal a Moncalvollum.
Intanto Sorlandalf, Corradagorn, Leghiolas,
Bertomir e Dentato decidevano il da farsi.
“Secondo me dovremmo procedere fino a Throan, lì
andremo dal re Terronodhern, per cercare di difendere la Terra di Mezzo dalla
minaccia di Giovanni Rana, il Signore dei Tortelli: il re deve sapere che quel
bastardo punta su Throan” disse Sorlandalf
“Per me va bene, e anche per tutti, credo. A
Throan!” disse Bertomir
“Andiamo” dissero tutti
I 5 quindi si diressero verso Throan, cittadina
popolata dagli Uomini. Ma durante il cammino incontrarono un essere orrendo…
“Ciao belli… sono io… Leonardo di Caprio…”
“NOOOOO!!! Tutti ma non lui! Anche Dentato ma non
lui!!! Ti prego! Ti scongiuro!!! Nooooo!!!” si disperò Corradagorn
“Ma come… non ti piaccio? Non ti ricordi di quella
notte di disumani eccessi quando ci siamo lasciati andare a tutte le tue
fantasie più sfrenate? Che poi mi dicevi tutte quelle dolci paroline…”
“Lo so, è stato un periodo della mia vita triste:
ero ancora giovane e spensierato, e sentivo la vita scorrere in me, con tutte le
felicità e le sensazioni di libertà di quel periodo; senza preoccupazioni, con
la tipica potenz… no, la tipica gioia dei vent’anni…”
“Corradagorn, cosa ti sei fumato?” chiese Leghiolas
“Vabbè, comunque sappi che sono venuto qui per
farti il culo” disse Leonardo di Caprio
“Perché?” chiese Corradagorn
“Come: “perché?” ? Disperati, insultami, chiedi
pietà, prega, ma non: “perché?” !“
“Ah no?”
“Dai, andiamo in nave, ti voglio tenere aperte le
braccia e anche qualcos’altro…”
“Maledetto frocione! Prendi questo!” e colpì con la
spada
“Ora, adesso mi spieghi una cosa” disse Leghiolas
“spiegami solo perché hai tagliato in due Bertomir”
“Cazzo… di nuovo… è la… seconda… volta… vaffanc… u…
lo…” e Bertomir morì.
“E vabbè, tu non sbagli mai?” chiese Corradagorn al
cadavere
“Prova ancora, mi sa che non ti ha sentito” disse
Sorlandalf
“Ma che comico che sei; piuttosto, dov’è andato
Leonardo di Caprio?”
“Ha detto che se ne andava in nave” disse Dentato
“Aveva vinto 2 biglietti gratis alla lotteria del Monte dei Pacchi di Schiena e
uno era per te: anzi, te l’ha lasciato, eccolo, ma ha detto che ormai i posti
erano finiti e che l’ultimo era il suo”
“Fa’ vedere… vacanza gratis… una settimana di
crociera sull’Atlantico… piscina, sala da ballo, biliardo, bar, ristorante…
visita gratuita nei mari del Nord… l’equipaggio del Titanic augura buon viaggio”
lesse Corradagorn
“Che culo che c’ha quello!” disse invidioso
Leghiolas.
“Possiamo visitare questo posto?” disse Leghiolas
Corradagorn, Leghiolas, Dentato e Sorlandalf si
fermarono davanti ad una stazione di monta.
“Cos’è, quel posto dove porti una mucca per farla
accoppiare con il toro?” chiese Sorlandalf
Corradagorn rispose di sì, e Leghiolas si
avventurò curioso nell’edificio: fu rapito soprattutto da una scritta per terra;
si chinò per esaminarla meglio, ma proprio mentre stava capendo che erano solo
delle strisce di letame, Ursus, il più grosso toro della stazione di monta,
equivocò.
I nostri eroi giunsero allora al circo:
“Possiamo entrare?” chiese Leghiolas
Gli altri accettarono, e lessero un cartello:
Cerchiamo uomo cannone per
spettacoli sadomaso di sesso obeso, gli interessati
si rivolgano all’ufficio
informazioni del Circo. Astenersi perditempo.
E tutti si girarono verso Dentato, pieni di
intenzioni malvagie, ma per culo del Nano, sentirono delle urla agghiaccianti
provenire dal tendone. Si accorsero anche che mancava Leghiolas.
Infatti, l’Elfo si era ficcato nel tendone, e
arrivato più o meno al centro dell’arena, gli si era slacciato un sandalo.
L’Elfo si era chinato per riallacciarselo, quando da dietro le quinte partì
Maciste, rinoceronte in astinenza da 12 anni.
Gli altri nostri eroi non poterono fare altro
che vedere consumarsi il terrificante spettacolo.
Fuori dal circo, Leghiolas con un po’ di
fatica, riusciva comunque a camminare, a gambe aperte ma ce la faceva.
Leghiolas volle fermarsi anche allo zoo. Lui
amava molto gli animali. Corradagorn pensò che forse da un paio di giorni li
amava un po’ meno. Ma l’Elfo volle andare.
Era felice ad ammirare un elefantino, quando lo
chiamò Sorlandalf. Lui si girò, ma il mago non fece in tempo a parlare:
Leghiolas vide la faccia terrorizzata dell’amico… e forse cominciava a capire
che l’elefantino bello e carino forse forse aveva qualcosina da nascondere…
detto tra noi, forse anche qualcosona… forse la cosa migliore sarebbe stata
girarsi… ma non fece in tempo…
“Possiamo fermarci qui?” chiese Leghiolas qualche
giorno dopo, quando sparirono i suoi dolori tipo parto; insomma, quando capì che
una rettoscopia non sarebbe stato niente a confronto del belino dell’elefantino.
Gli altri dissero di sì, in fondo, perché no,
la Casa Bianca non era un posto pericoloso.
Bush li accolse con il sorriso in faccia e una
bomba a mano nella mano, più un fucile d’assalto nel giubbotto.
“Questi are times of crisi!
I am a pacifist, I non vogl’ to do a’ guera: the colp invec is di Saddam,
he wants to do guera, ma io non vogl’ it!” fu il discorso del presidente
“Ma guardi che lei è un pirla!” disse Leghiolas
“questa è una guerra ingiusta, e nessuno la vuole, solo lei per avere il
petrolio dell’Iraq! E questo è un discorso serio! Lei è un pirla! Saddam non ha
bombe atomiche potenti come quelle americane! Il vero terrorista non è Saddam, è
LEI!”
“Ah, allor I am a terrorist? And
allor what do you pens about quest?”
E un razzo nucleare
uscì dai pantaloni di Bush, proprio dal centro, non dalla tasca, ma dalla
cerniera aperta.
“And so Iraq don’t haver bombs atomiks powerful?”
col pensiero (tipo Jedi) buttò Leghiolas di pancia sul divano.
This is a bomb of Saddam. Me la son fatt metter al post of
the bird. Ti farò cambiare idea sulla loro potenza…”
Detto, fatto.
“Possiamo fermarci qui?” chiese Leghiolas indicando
i campi da tennis.
“Ok, ma io non ce n’ho voglia, e Dentato potrebbe
fare da pallina, quindi giocherai con Corradagorn” disse Sorlandalf
“Per me va bene” disse Corradagorn “Non vedo l’ora
di fare il culo a ‘sto coso con le orecchie a punta.
Dopo essersi cambiati, i due entrarono in
campo. Era una giornata stupenda per giocare a tennis: c’era un mostruoso
ammasso enorme di nebbia fittissima, e né Corradagorn né Leghiolas riuscivano a
vedere la rete.
Ma Corradagorn decise lo stesso di giocare: di
battuta, tirò una bordata paurosa che si perse nell’oscurità. Dalla chiesa
vicina si sentì un rumore di vetrate rotte.
Corradagorn tirò ancora: un tiro di potenza
terrificante, però mancò la palla. In compenso, la racchetta uccise un piccione,
rimbalzò su Dentato e cadde in testa a Corradagorn, che con un lamento, crollò a
terra.
Leghiolas, per la nebbia, non aveva visto
granché, ma aveva sentito dei lamenti, quindi si avvicinò sospettoso alla rete
cercando di vedere qualcosa attraverso la nebbia. In quel momento, Corradagorn
fece partire la terza tremenda battuta, che centrò Leghiolas in pieno occhio
destro, facendolo crollare a terra.
Visto che non sentiva più niente, Corradagorn
decise di aver vinto e corse contro la rete, con l’idea di saltarla
atleticamente tipo olio Cuore. Inciampò nella rete a 5 centimetri da terra e
ricadde nel campo di Leghiolas, seppellendo l’Elfo con una mostruosa testata.
“Ci possiamo fermare qui?” chiese Leghiolas
indicando un cartello con la scritta:
Si organizzano gite per
visitare le caverne di Merdia 2.
Viaggio in aereo
modernissimo con ogni comfort. Presentarsi all’ufficio viaggi di Erelas
Durata max 3 giorni.
“Casualmente,
siamo ad Erelas” disse Leghiolas
“E va bene, tanto
ci mettiamo solo 3 giorni” disse Sorlandalf
“A Merdia non ci siamo già
andati?” disse Corradagorn
“Ma Merdia 2 è un’altra cosa!”
disse Dentato
Corradagorn rimase
sorpreso dall’intelligenza dimostrata dal botolo. Ma poi si ricordò che la merda
è il suo mestiere.
I 4 si iscrissero e andarono all’aeroporto.
Sorlandalf non capiva perché era così lungo. Davanti ai loro occhi videro un
residuato della Prima Guerra Mondiale che il pilota presentò come “L’Orgoglio di
Gondonor”.
I pezzi erano tenuti insieme con spago e
scotch, per il resto era uguale ad un aeroplanino Chicco.
La partenza fu tragica: il pilota, dopo aver
letto un libro dal titolo curioso, “Come si pilota un aereo”, fece un decollo
terrificante, che durò per almeno 13 chilometri. I volti terrorizzati dei 4 non
convinsero il pilota a frenare, che, anzi, incoraggiava i nostri eroi: “Ora si
alza, dai, lo giuro, ora si alza…”
La pista lunghissima stava comunque finendo,
quando all’improvviso Corradagorn vide la Madonna. E il miracolo si completò:
l’aereo si sollevò! “Non l’avrei mai creduto” disse il pilota sparando mezzo
migliaio di Ave Maria in 10 secondi.
Il viaggio fu terrificante: l’aereo si dovette
fermare ogni 10 chilometri per cambiare TUTTI i motori dell’aereo, ma il
problema venne ben presto risolto legando Dentato a culo nudo sull’alettone. Con
il Nano, l’aereo ottenne una velocità molto più alta, purtroppo non tramite il
suo sacrificio. Il viaggio, però, era rallegrato da un pilota simpatico e
soprattutto ubriaco.
L’arrivo a Merdia 2 fu felicissimo: l’aereo si
ruppe nell’atterraggio. Purtroppo Dentato non rimase vittima delle grandi
abilità di guida del pilota.
Sopravvissuti in qualche modo, i 4 fuggirono
verso la dogana.
“Faccia vedere la valigia” disse il doganiere a
Leghiolas; dalla valigia dell’Elfo uscirono tre o quattro giornaletti porno.
L’Elfo ci rimase malissimo… e Sorlandalf gli disse: “Vergognati, alla tua età
essere così depravato!”
“Ora tocca a lei” disse il doganiere al mago
Le parole non bastano per descrivere la faccia
di Sorlandalf mentre consegnava la valigia.
In ordine puramente sparso: 120 diapositive
pornografiche, mezza tonnellata di vibratori, una sella, un paio di centinaia di
perizomi leopardati, una quarantina di frustini sadomaso, più sei o sette
abbonamenti a riviste porno, una raccolta con i trecento migliori numeri delle
riviste suddette, settecento cassette (tra i titoli, “L’uomo che sussurrava ai
cavalli: Basta!”, “Fallo coi lupi”, Giurassic porc”), e taaaaanto altro.
Sorlandalf fu arrestato, ma Corradagorn inviò
Dentato alla prigione: il Nano si mangiò le sbarre e i muri e liberò il mago.
La strada che rimaneva la fecero in una
carrozza trainata da un quadrupede asmatico e sonnambulo che in un momento di
entusiasmo durante una conversazione il guidatore osò chiamare cavallo.
A Merdia 2, i 4 incontrarono più di 4000
persone che come loro volevano visitare le caverne.
Un uomo si alzò in volo e si presentò come Ugo
Zanni, esploratore di caverne, famoso per aver scritto il libro “Come si esce
dalle caverne di Merdia 2”: disse che li avrebbe guidati nelle caverne.
E il viaggio nelle caverne cominciò.
“Ci vuole ancor molto?” domandò Dentato dopo
un’oretta di cammino
“No, tranquilli, in mezz’ora siamo fuori” rispose
sicuro Zanni
Al quarantesimo giorno di grotta, i viaggiatori
cominciarono ad avere qualche dubbio sulle parole di Zanni. Al sessantesimo
c’era chi gli aveva preparato la corda e chi la croce.
Perdevano, in media, trenta-quaranta unità al
giorno. La follia cominciava a diffondersi tra i sopravvissuti.
Verso il novantesimo giorno di agonia, i pochi
superstiti videro una grande stanza, con il soffitto pieno di stalattiti. Una in
particolare attirò Zanni, che si piazzò sotto la stalattite più grande e disse
in lacrime:
“Oh! Meraviglia della natura! Pensare che da 6
milioni di anni tu pendi da lassù e mai cadrai…”
Si sentì un boato tremendo: la più grossa
stalattite della caverna, 11 tonnellate, attendeva al varco da 6 milioni di anni
il professor Zanni!
Ormai senza guida, i
pochi superstiti girovagavano senza pensare. Si registrarono anche casi di
cannibalismo. In qualche modo, comunque, Leghiolas, Sorlandalf, Dentato e
Corradagorn riuscirono a raggiungere di nuovo la strada per Throan, attraverso
un tunnel… e uscirono nel cesso del Re di Throan, Terronodern.
Una volta al
cospetto del re Terronodern (che fu molto comprensivo sul luogo di uscita dei 4)
i nostri eroi appresero che effettivamente il grande esercito di Giovanni Rana e
Guidaruman muoveva verso Gondonor, e avrebbe sicuro travolto Throan: l’unica
possibilità era tentare di resistere al Fosso di Sperm.
“Baciamo le mani, Sorlangialf: sentisti la notizia?
Che minchia facesti?” disse il re
“Guidaruman… stronzo era e stronzo è rimasto” disse
Sorlandalf “Avrei dovuto cercare di ucciderlo, ma la sua magia è superiore alla
mia… e anche qualcos’altro…”
“Cosa vuoi, chiedilo in affitto a Rocco Siffredi”
disse Leghiolas
“Così avrai il bacchettone magico per battere
Guidaruman” aggiunse Dentato il nano
“Che gran simpaticoni, ma non ne ho bisogno” disse
sicuro Sorlandalf
E Corradagorn, Leghiolas e Dentato:
“Questa è proprio una ca…
una vera cazza…
una grande, GIGANTESCA, STREPITOSA CAZZATA!”
“Chi minchia te portasti
dietcio, Sorlangialf, la guardcia de Finanza?” disse il re “Comunque va bbene,
già lo decisi di andare allo Fosso de Sperm, lì saremmo aiutati dalli Elfi”
“Saremo” corresse Leghiolas
“O perché me devi scassare a’ minchia? Te butto in
mare col ciemento tcia i piedgi!”
“Allora siamo pronti: dì al popolo di prepararsi”
disse Sorlandaf
“Sorlangialf, che me scassi a’ minchia pure te? Già
lo feci preparà, là fuori sta! Guardcia!”
Un bel po’ di gente in fila con carri e tutte
le loro cose aspettavano la partenza.
“Che state a perde la minchia?” disse Terronodern
al popolo “muoveteve, andate, mo’ rivo!”
“Secondo me, con la museruola non parla” disse
Masini
“Dici?” rispose Barella
In effetti, erano un paio d’ore che gli hobbit
cercavano di convincere Moncalvollum ad accompagnarli, inutilmente. Barella
sfilò la museruola dalla bocca di Moncalvollum.
“Se riesci a non mangiarmi e/o sodomizzarmi fino
alla fine del viaggio ti prometto che avrai un premio” disse il Baggins
“Va bene” continuò, dopo il sì di Moncalvollum; e
gli tolse la museruola.
Moncalvollum sembrava davvero collaborare:
infatti gli saltò solo addosso.
“Aiutami, Masini!” urlò l’hobbit ingroppato.
“Ascoltami, Moncalvollum: ti darò montagne di
salsicce” disse Masini
“No!” rispose l’orrenda creatura
“Ti darò una larga, alta, grassa, untuosa bistecca
ricoperta di maionese con patatine fritte!”
“No!”
“Ti darò un hamburger di 7 strati con tutto quello
che vuoi!”
“No!”
“Ti darò… Dentato!”
“Sì!” urlò felice Moncalvollum, allontanandosi da
Barella, anche se con l’alabarda ancora in bella vista.
“Ma tu” continuò Masini “in cambio devi guidarci
fino a Merdor, presso i cancelli della Terra del Signore dei Tortelli, Giovanni
Rana”
“Sì, sì, ma dammi Dentato!” disse la creatura
“Alla fine del viaggio” disse Masini
“Allora andiamo” disse Barella
Finalmente, la gente di Throan giunse al Fosso
di Sperm, un immenso sistema di fortificazioni che difendeva l’unico passaggio
per Gondonor, il mondo degli Uomini.
Le donne furono portate nel posto che spettava
loro: le fogne; gli uomini si schierarono dentro le mure, sugli spalti, pronti a
difendere il Fosso.
“Venite, padroni, venite: andiamo verso Merdor,
dove c’era il mio tessoro” disse Moncalvollum.
“Sei sicuro che
è questa la strada?” chiese Masini
“Tranquillo, ora vi condurrò attraverso una via
segreta, che gli Orchetti non conoscono, ma solo io e gli Elfi”
“Dove passa questa via?” chiese Barella
“Attraverso le Paludi
acrmntxpqykxkxptrbndsrnbxkprnqwywxfrkna”
“Ah…”
La notte trascorse abbastanza tranquilla per i
due hobbit, un po’ meno per Moncalvollum.
“Devo portare i miei padroni a Merdor, e poi mi
daranno il tessoro: Dentato il nano” disse
“No, mi vogliono fottere, sono dei bastardi nanetti
drogati di erba-pipa, mi uccideranno”
“Padroni hobbit non mi uccideranno, loro promesso
Dentato a me”
“No, loro ingannano: loro vogliono solo usarmi per
i loro scopi animali, divertirsi alle mie spalle”
“No no no no, loro buoni, loro buoni con
Franchiseaol (il suo nome vero, n.d. Uomo Drupaceo), loro vogliono bene me”
“No, loro mi vogliono sodomizzare! Devo
sodomizzarli prima io!”
“No, no, no!”
“Devo sodomizzarli!”
“NO!”
“Sodomizzarli!”
“Noooo! Vai via! VAI VIA!” urlò.
Poi, continuando: “Se n’è andato… ora posso finalmente farmi una…”
Guidaruman non era rimasto inattivo durante la
spedizione del Tortello prima a Gran Coglione e poi verso il Monte Fato. Aveva
organizzato un esercito immenso di Orchetti, Lupi Mannari e Berlusconi… no,
questo non c’entra (certo che la somiglianza è incredibbole), comunque l’enorme
esercito di mostrini vari si era mosso espugnando moltissime città degli Uomini,
pur senza arrivare a Gondonor, regno degli Uomini.
Guidaruman avrebbe potuto osservare i movimenti
del Tortello grazie ad una comoda sferetta portatile multi satellitare, con
collegamento a tutti i canali Pay per View, ovviamente tramite due schede
taroccate, com’è normale; ma aveva dovuto vendere tutto per pagare i debiti
avuti con un paio di centinaia di Sexy Shop in giro per la Terra di Mezzo.
Nonostante tutto, siccome mangiava come un
porco, più di Dentato, si fece fare un gigantesco Torrone ad Anengard, dove
stabilì la sua casetta e il punto centrale da dove sarebbe partita la
distruzione degli Uomini e la conquista del Tortello del Potere; il grande
Torrone comunicava tramite un gigantesco buco del culo con il Torrone ancora più
grande di Merdor, vicino al monte Fato, residenza di Giovanni Rana, il potente
Signore dei Tortelli, e questi Due Torroni significavano, oltre allo schifo dei
due, anche la loro alleanza per la distruzione degli Uomini, la conquista del
Tortello eccetera eccetera…
Il grande esercito di Giovanni Rana si era
unito a quello di Guidaruman: una piccola parte rimase ad Anengard, ma il resto
marciò in direzione del Fosso di Sperm, passaggio obbligato per Gondonor e il
resto del mondo abitato dagli Uomini.
Le difese al fosso di Sperm vennero ben presto
organizzate: gli uomini erano pochi, ma erano coraggiosi e soprattutto drogati.
“Bene” urlò re Terronodern “lo chiudeste lu
portale? Non lo faceste? Acchiudetelo ora!”
Il portale stava per essere chiuso, quando da
lontano Leghiolas vide dei soldati in arrivo. Sembravano uomini, e il re li
lasciò entrare.
“Ayò, Elfi di isola, siamo! Sardu siamu, e Sardu
parliamu! Venutu ad aiutarvi per battere Giovannu Rana, siamu! Noi invincibilu
siamo!” disse il capo degli Elfi “Ora un volontariu per una missione
pericolossima serve!”
Un Elfo disse: “In senso pragmatico o
metafisico?”
BANG!
“Un altro volontario mi serve…”
“Cos’è quell’arma?” chiese Leghiolas
“Un fucile!” disse il capo degli elfi “Ma va
ricaricato ad ogni colpo”
Così dicendo, lo ricaricò. Così facendo, si
sparò in testa. Così facendo, Dentato se lo mangiò.
Tre gruppi di due Elfi vennero disposti in
punti importanti intorno al Fosso di Sperm, ogni gruppetto in una trincea.
Nella trincea a nord stavano Franz e Otto.
“Franz, è libero il terreno?” disse Otto al
compagno
“Sì…” disse Franz
“Bene” disse il compagno uscendo
BANG!
“… ma gli alberi sono pieni di cecchini” disse
Franz
Nella trincea a ovest stavano Fritz e Karl.
“Franz, ci sono cecchini?” chiese Karl
“No…” disse Fritz
“Bene” disse il compagno uscendo
RATTA TA TA TA TA TA TA!!!!!
“… c’è una mitragliatrice”
Nella trincea a est stavano Eric e Albert.
“Eric, ci sono cecchini?” chiese Albert
“No…” disse Eric
“Bene” disse il compagno uscendo
BOOOM!!!
“… anche perché nessun cecchino è così idiota da
stare su un campo minato” disse Eric
I tre sopravvissuti (Eric, Fritz e Franz) vennero
richiamati al Fosso e dati in pasto a Dentato.
“Quant’è ancora lungo il cammino, Moncalvolum?”
disse Masini
“Poco, poco, ssì, poco ancora per cancelli di
Merdor…” disse Moncalvollum aumentando il passo “Ecco, dopo la salita!”
I 3 arrivarono alla cima della collina e si
nascosero dietro un sasso: videro eserciti di uomini corrotti, zombie, Orchetti,
La Russa, Sgarbi, ogni mostro immaginabile.
I cancelli erano guardati da centinaia di
soldati: impossibile entrare. Masini e Barella decisero di tornare indietro e di
trovare un’altra strada. Stavano camminando da giorni, quando videro un Uomo
fermarli. Era un uomo grande e grosso, con dei baffoni e un cappello con una
stella rossa. Da tre enormi casse in Dolby si sentiva cantare “Bandiera Rossa”.
“Dio… quello… è…” balbettò Barella
“… Stalin” continuò l’Uomo
“E cosa ci fai qui?” chiese Masini
“Beh, ho deciso di portare il comunismo nella Terra
di Mezzo. Sono qui con un paio di amichetti” disse Stalin indicando 5 persone:
un pelato, uno in divisa militare con un sigaro e un Uomo legato ad una catena
come un cane.
“Quello lì… quello pelato…” disse Barella
“I miei amici rossi mi chiamano Lenin” disse l’Uomo
“Beh, quello allora è…”
“Ernesto Guevara. Che per gli amici” disse l’uomo
con la divisa e il sigaro.
“Lo sapevo che si finiva tra i comunisti” pensò
Masini
“Ma quello incatenato chi è?” chiese Barella, ormai
completamente malato di comunismo
“E’ il nostro animale, in Italia era la rovina del
comunismo” disse Stalin
“Non sarà mica…” disse Barella
“Sono Fausto Bertinotti” disse l’Uomo legato
“Sta zitto!” urlò Lenin, prendendolo a calci.
“Ma voi chi siete?” chiese Stalin
“Io sono Barella Baggins, hobbit, con il mio amico
hobbit Masini. Quest’altro è un essere, Moncalvollum, che ci fa da guida”
rispose Barella
Il viaggio dei 3 continuò con i 4 comunisti:
Barella parlò con loro del comunismo nel mondo, di Bush, di Bossi e di altri
coglioni, finché non dovettero separarsi. Barella, Masini e Moncalvollum
continuarono a cercare un’altra entrata per Merdor, i 4 comunisti proseguirono
per la loro strada.
Dalle profondità della terra, davanti alle
fortificazioni del Fosso di Sperm, uscì un ruggito, e un urlo: “Terronodern…”
Il re decise di uscire dal Fosso di Sperm e
affrontare il suo nemico.
“Perché non te faciste vedere? Appari, o mostro
della minchia!” disse il re.
Pochi secondi dopo, si formò una gigantesca
voragine per terra, e ne uscì fuori un essere enorme e verde… un ammasso di lava
verde… il mostro Umberto!
“Terùn! Ti ghe l’è ‘l re dei terroni, va’
all’inferno e non rompere i coglioni! Io sono il re dei Padani, sono un uomo del
Nord, nella mie vene scorre sangue celtico, non come a Roma Ladrona! Io ce l’ho
sempre duro! Lo butti nel cesso il Tricolore!” disse lanciandosi su Terronodern,
che schivò.
“Non te la caverai così!” disse il mostro Umberto
“Devo ancora sterminare un mucchio di terroni, e siccome sono un celodurista, il
prossimo sei tu! W la Padania!” e si ributtò su Terronodern, bruciandogli i
vestiti con la sua lava verde.
“Io… non ce la farò da solo…” pensò il re
“Beh, finalmente si mena un po’” disse un uomo con
dei baffoni vedendo la scena dalla collina
“Non vedevo l’ora di picchiare finalmente un
leghista!” disse un pelato
“Andiamo!” disse un uomo in divisa
E i 4 comunisti si lanciarono sul mostro
Umberto, e lo abbatterono velocemente: il mostro se ne tornò nella sua terra
Padana, e il re fu salvo.
“Eravamo qui di passaggio, non possiamo fermarci
oltre” disse il Che al re, senza nominare gli hobbit
“Non possiamo proprio fermarci… altri leghisti ci
attendono… altri fascisti da eliminare, altri nazisti da abbattere… il mondo ha
bisogno di noi!” concluse Lenin
In un attimo, i 4 comunisti sparirono
all’orizzonte, ma Leghiolas giurò di sentire ancora per qualche momento le note
di “Bandiera Rossa”.
Il momento tanto atteso era ormai arrivato:
migliaia di Orchi, Orchetti, Troll, Uomini malvagi, Zombie si vedevano
all’orizzonte… la grande battaglia stava per avere inizio.
Gli arcieri erano pronti sulle mura… e quando i
soldati di Merdor e Anengard furono a tiro, tutti gli Uomini puntarono gli
archi… e in quel momento si accorsero che nessuno aveva frecce. Cinquemila
sguardi di odio guardarono Terronodern, che replicò: “Ma avete idea di quanto
costavano?”. Dentato gli saltò addosso, e gli altri lo lasciarono fare.
Dopo che si fu divertito, Dentato tentò con un
paio di emissioni radioattive: uccise sì una trentina di Orchetti, ma morirono
all’istante anche una quarantina di Uomini. A Leghiolas si fermò la respirazione
per una quarantina di minuti.
Allora per difendersi decisero di usare
qualunque cosa: pietre, scarpe, sputi, Dentato, vomito, dinamite, spade laser,
tutto inutilmente: l’esercito di Merdor era troppo grande.
Quando gli Orchetti cercarono di salire le mura
con grandissime scale, allora gli Uomini si difesero con le spade. E in quel
momento cinquemila sguardi di odio guardarono Terronodern: nessuna spada.
Dentato gli saltò di nuovo addosso.
L’unico modo di resistere era di utilizzare
armi molto naturali... in modo da prendere sempre il nemico alle spalle…
Di sbattimento in sbattimento, gli uomini
resistettero.
“Bwah ah ah! Io me ne sono già fatti 3!” urlò di
gioia Dentato a Leghiolas
“Io ho già rotto il culo a 7 Orchetti!” rispose
l’Elfo
“Non mi farò superare da un Elfo ricchione!” disse
il Nano. Poi continuò: “2 in un colpo, Leghiolas!”
“Io 4 in una botta!” disse sadico l’Elfo
“Non mi batti più, maledetto frocione! Sono a 15!”
disse Dentato
“Muoviti, Dentato, io sono a 22!”
“Maledizione… 16! 17! 18! 19! 20!”
“27, nanetto!” disse l’Elfo
“Maledetto figlio di m…”
Corradagorn stoppò questa intelligentissima
sfida, chiamando Dentato per un attacco. Intanto Leghiolas continuava a fare il
suo dovere. Ormai aveva già sulla coscienza una quarantina di culi di Orchetti.
Il piano di Corradagorn consisteva nel buttarsi
sul ponte e sterminare più Orchetti possibile. Stava spiegando il suo piano,
quando videro un Orchetto carico di esplosivo correre verso un lato esterno del
Fosso di Sperm. Era un Orchetto leccaculo, viscido, inutile e rompicazzo. Può
sembrare Dentato, in realtà era l’immondo Orchetto Emilio Fede.
Emilio Fede si stava buttando contro le mura
per buttarle giù con l’esplosivo che aveva addosso.
“BUTTALO GIÙ’, LEGHIOLAS!!!” urlò Corradagorn
“CON CHE CAZZO LO BUTTO GIÙ’!?!” urlò l’Elfo
Corradagorn tentò di lanciare Dentato su Emilio
Fede, ma lo mancò clamorosamente: il Nano sterminò una cinquantina di Orchetti
prima di rimbalzare di nuovo vicino a Corradagorn.
E l’Uomo non poté fare altro che vedere Emilio
Fede esplodere contro le mura della fortezza. Be’, non è un male così grande,
dopotutto.
Peccato che il lato destro della fortezza si
sbriciolò completamente, e così l’accesso al ponte era molto più facile.
“Vabbè, senti, o la va o la spacca” disse
Corradagorn al Nano e corse con lui verso un’uscita secondaria.
Il portone principale stava per cedere, quando
i due si ritrovarono molto vicino al ponte ripieno di Orchetti che stava davanti
al portone principale.
“Ora saltiamo e li fottiamo!” disse Corradagorn a
Dentato
“Lanciami…” rispose il Nano
“Cosa?”
“Lanciami… non ci arrivo!”
Parecchio schifato, l’Uomo lo prese in braccio.
“Ma non dirlo all’orecchie a punta!” continuò il
Nano
Corradagorn lanciò il Nano contro i nemici, e
ne schiacciò un centinaio. Poi si lanciò lui.
Si librò in aria con la leggiadria di una
ballerina, saltò con la classe di una ginnasta e cadde dopo 10 centimentri
scarsi. Riuscì ad arrampicarsi fino al ponte, e cominciò a combattere Orchetti,
nel modo che Dentato preferisce.
Erano giorni che Barella e Masini camminavano
dietro a Moncalvollum, in cerca di una strada non sorvegliata per Merdor. Si
fermarono per mangiare, quando videro un’ombra nel cielo.
“No… non può essere… sono morti tutti!” disse
Barella, nascondendosi con i due compagni
In cielo, in groppa ad un Cazgul,
incappucciato, c’era nientepopodimenoche…
“Un Cavaliere Arrapato!” strillò Moncalvollum
“Vuole il Tortello!” disse Masini
Il Cavaliere Arrapato sembrava non avesse visto
i tre, e se ne andò. Barella uscì fuori:
“Sì, evvai, tiè, vaffanculo, maledetto figlio di…”
si bloccò perché vide un’ombra enorme dietro di sé. Si girò terrorizzato.
Davanti ai suoi occhi vide un Cavaliere Arrapato in picchiata addosso a lui.
“Porca… troia…” sussurrò, e la sua mano afferrò
involontariamente il Tortello. Una barriera enorme coprì l’hobbit, e il Cazgul
si schiantò e crepò.
Rialzandosi, il Cavaliere Arrapato espresse la
sua opinione sul lavoro della madre dell’hobbit; comunicò la forma della sua
testa; indicò i tantissimi stili di rapporto sessuale passivo fatti da Barella;
accostò l’aspetto dell’hobbit a quello che lui produceva sul water; espresse le
tendenze sessuali del Portatore del Tortello; chiarì la fedeltà della moglie di
Barella; spiegò cosa pensava della sua altezza; descrisse ciò che pensava
dell’intelligenza dell’hobbit, e altro ancora.
Quindi il Cavaliere Arrapato si gettò su
Barella, pieno di TANTE intenzioni, ma l’agile (Ma dove?) hobbit schivò sempre.
Il Cavaliere Arrapato (Non posso scrivere Cavaliere e basta, sennò poi Forza
Italia (la cazzata fatta partito) mi si incazza) era ormai stanchissimo, e stava
prendendo fiato quando… Moncalvollum gli morse i coglioni.
Sparando insulti a una media di 14 al secondo,
il Cavaliere Arrapato cercò di liberarsi, ma Moncalvollum non mollava la presa…
poi qualcosa si staccò… e non si seppe mai cosa fosse, perché Moncalvollum buttò
subito giù.
Insultato, pestato, castrato, il Cavaliere
Arrapato preferì fuggire. Di lui non si seppe più niente, ma si dice che sia
diventato il cantante biondo dei Cugini di Campagna.
La battaglia al Fosso di Sperm era ormai
praticamente vinta da Giovanni Rana: nonostante le magie di Sorlandalf, la forza
di Leghiolas e Corradagorn, l’odore di Dentato il Nano, gli Uomini sopravvissuti
erano pochissimi, mentre gli Orchetti erano ancora tantissimi; la fine degli
Uomini e la vittoria di Merdor e di Anengard era ormai vicinissima.
I due Torroni si illuminavano in segno di
vittoria.
“Ormai è vinta! Il mondo sarà nostro” urlò
Guidaruman dall’alto del suo Torrone, ad Anengard.
Una mastodontica esplosione distrusse
interamente la valle di Anengard. Il mago vide qualcosa volare in aria, ma
preferì fuggire teletrasportandosi lontano, appena prima che anche il Torrone di
Guidaruman venisse distrutto.
Anengard venne sconfitta, ma non Guidaruman.
Intanto, appunto, la battaglia era ormai
praticamente vinta dagli Orchetti di Giovanni Rana. Quando... da lontano… in
cielo… apparve la scia di qualcosa in volo che si avvicinava sempre più… E tutti
si accorsero che gli Orchetti erano colorati di rosso… e c’erano anche molti
simboli con una falce e un martello…
“Olocausten energetiken!” urlò una voce metallica
Una mostruosa esplosione distrusse migliaia di
Orchetti.
“Zono tornaten!” disse la voce
Davanti agli occhi dei pochi Uomini, si fermò
in aria, molto vicino, un gigantesco robottone.
“Il NaziGundam è tornato” continuò il robottone.
Mentre con poche esplosioni Hitler distrusse
tutti gli Orchetti, gli Uomini urlarono di gioia: la battaglia era vinta,
Gondonor era salva, gli Uomini erano salvi, l’intera Terra di Mezzo era salva.
Giovanni Rana, dal suo Torrone, urlava
incazzato, e il Monte Peto buttava fuoco e fiamme.
“Vedi il fuoco?” disse Barella a Masini
“Sì: dev’essere successo qualcosa di importante”
rispose l’amico
“Dentato è dimagrito o Corradagorn è diventato
etero?”
“Chissà…”
“No, molti, molti morti oggi… ssì, molti morti…
grande battaglia a ovest… e il Signore dei Tortelli ha perso” disse Moncalvollum
“Come lo sai, o schifoso?” chiese Barella
“Sento l’aria… e sento che Dentato si è cambiato le
mutande…”
“OK, il giorno che te le cambierai tu, Platinette
sarà una bella gnocca”
“Ssenti, padrone, ora andiamo, ancora lungo è il
cammino: Moncalvollum vi guiderà!” disse allegro il mostricciattolo
“Quando sarà il momento buono, ssì, caverò gli
occhi a quei due piccoli hobbit” pensò Moncalvollum “prima che mi sodomizzino…
perché ssarò io a sodomizzarli per primo… ssì… e cossì il tessoro ssarà mio!”
“Il tessoro sarà mio!” ripeté ad alta voce. Ma
nessuno degli hobbit lo sentì.
“La mia missione è completen” disse Hitler –
NaziGundam “ho sterminaten milioni di eprei und komunisti: ormai ho finiten!”
“Sì, col cazzo!” urlò un uomo. Era Stalin.
Ovviamente col Che e Lenin.
“E Bertinotti” disse quello al guinzaglio
“Sta’ zitto!” gli urlò Lenin, tirandogli un calcio
“Allora siamo allo scontro finale!” disse Hitler
“Permetti che porto due amichetti?”
“Daghela al terun!” urlò un essere uscendo dalla
terra: il ritorno del mostro Umberto.
Intanto, in Afghanistan…
“Me son turna culegò… ca’ ve vulevo di che gli
American son dei bruti bulici; ora, caro Dabliù Bush, te conosserai el mio
amigheto, Saddam. Te lo farà ciapò su nel cul! Belin, bombardan! Dabliù… va a dà
via il chiul!” disse Bin Laden
“Senti, posso far tornare anche Benito?”
“E chi l’è, un altro tuo amico bulicio? E va ben,
tel chi, Benito!”
Terra di mezzo: un altro spazio-tempo.
Davanti al Fosso di Sperm apparve anche Benito
Mussolini.
“Camerati! Italiani di cielo, di terra e di acqua…
noi spezzeremo le reni alla Grecia!” furono le sue parole
“Dai, famoje er culo in fretta” disse il Che
Hitler si buttò in avanti: “Spadone
dell’Olocausto!” ma Lenin parò con una falce e colpì con un martello, ma Hitler
evitò.
“Terun, fasu tuto mi!” disse il mostro Umberto, e
con una stella celtica rotante tagliò in due Bertinotti.
“Non è una gran perdita…” commentò Leghiolas
“Colpo Segreto della Sacra Scuola della Camicia
Nera!” e con il solo braccio destro teso colpì Lenin, che resistette; per il
rinculo, Mussolini volò all’indietro, cadendo seduto su una lancia piantata in
verticale per terra.
Si dice che Benito sia fuggito ululando, e fece
un film su quello che il suo culo aveva sopportato (L’attimo pungente?); fece
anche un seguito, girato in diretta mentre lui andava da tutti i dottori del
mondo per salvarsi (Io speriamo che me la cavo?). Poi girò un film con un attore
molto famoso, che però a Benito non fu molto simpatico: Rocco e i suoi Fratelli.
“Daghela al terun!” urlò il mostro Umberto, e saltò
addosso a Stalin, ma il Che: “Hasta la victoria!” e Umberto sentì l’asta di
Ernesto… “TERONEN!!!!” urlò Umberto morendo.
Ormai solo, Hitler si sentiva spacciato, contro
Stalin, Lenin e Che Guevara. Ma un Nazi Gundam non si dà mai per sconfitto. Il
suo sguardo era terrificante: sembrava che stesse per fare uno scherzetto ai 3
comunisti…
“TRIVELLA ROBOTICA!!!” urlò.
E con il suo trivellone Hitler prese i due e…
Annientati i nemici, Hitler salutò Sorlandalf
dandogli un pacchetto, salutò anche Leghiolas, Dentato e Corradagorn, oltre a
Terronodern e tutti gli altri uomini. Poi volò via negli abissi dello spazio
tempo.
Sorlandalf aprì il pacchetto.
“Una… protesi?!?”
La sera, al grande banchetto per la vittoria,
Dentato fu sacrificato e mangiato.
“Abbiamo vinto!” disse Corradagorn
Marco Corradi
PS: Ogni riferimento a
persone e/o cose realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.
Nessun Orchetto e/o
politico è stato maltrattato per la realizzazione del Signore dei Tortelli: I
Due Torroni.
Il Signore dei Tortelli è
protetto da Copyright ©, e se copiate lo dico alla mamma…
I Due Torroni è stato
scritto in 2 mesi per 10 minuti a sera, dalle 11 in poi.
Attenzione: è un seguito
della Compagnia del Tortello; può indurre sonnolenza: non somministrare a
bambini al di sotto dei 12 anni. Evitare l’uso prolungato. Tenere fuori dalla
portata dei bambini.
Ringraziamenti: a chi ha
scritto l’originale; ad Alberto perché non ho fatto altro che copiarlo per fare
Barella Baggins (altezza compresa); al Dentato vero perché non mi sono dovuto
sforzare, visto che è un botolo fastidioso quasi come il Nano della storia; a
molti politici, animali compresi (Bossi e Dabliù Bush), al Sorlo per Sorlandalf,
alla F.I.G.A., una società (Federazione Italiana Golf Amatoriale) seria che mi
fa sempre avere il suo aiuto morale (cioè non fa un cazzo), e molto e molti
altri che adesso non ce n’ho manco per le balle di mettere e che a voi non
dovrebbe fregare.
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