Pokémon Bianco 2/Nero 2

Recensione per Pokémon Bianco 2 e Nero 2


Dopo Pokèmon Rosso e Blu uscì Giallo, dopo Oro e Argento uscì Cristallo, dopo Rubino e Zaffiro uscì Smeraldo, dopo Diamante e Perla uscì Platino. Questa è una delle costanti più evidenti della saga dei Pokèmon: escono due versioni dello stesso gioco in contemporanea, e poi, dopo qualche tempo, ne esce una versione riveduta, corretta e ampliata. Così, dopo l’uscita di Bianco e Nero, che avevano come mascotte i due Pokèmon leggendari Zekrom e Reshiram, tutti erano pronti a scommettere sull’uscita di un ipotetico Pokèmon Grigio avente per mascotte Kyurem, il terzo dei grossi Pokèmon leggendari della quinta serie dei mostriciattoli tascabili. Diciamo che in questo indovinarono un po’ tutti: la mascotte di questi nuovi episodi è appunto Kyurem, il drago di ghiaccio, ma nessuno si immaginava che Nintendo, per spremere al meglio questa quinta generazione durata forse troppo poco, facesse uscire addirittura due nuovi giochi, Bianco 2 e Nero 2, sequel diretti di Nero e Bianco.

BENTORNATI AD UNIMA


La logica di fondo di questi due giochi è radicalmente diversa da quella dei precedenti remake ampliati: se Giallo, Cristallo, Smeraldo e Platino consideravano la stessa storia delle incarnazioni originali, ed includevano nuove features (la possibilità di ottenere tutti e tre gli starters in Giallo, ad esempio), Bianco e Nero 2 considerano lo stesso continente, ma modificano quasi tutto, a partire dalla trama. La vicenda si svolge sempre ad Unima, continente, rappresentazione degli Stati Uniti d’America, che già ospitò i prequel, due anni dopo le vicende di Bianco e Nero. Il Team Plasma sembrerebbe essersi ricomposto e tramare nell’ombra, e le vicende di un/a ragazzino/a dei confini del continente si intrecceranno con quelle di quest’organizzazione malvagia, rispolverando antiche leggende di quelle terre che si rifanno al drago Kyurem.
Già una volta Nintendo propose dei giochi Pokèmon come sequel diretti di altri giochi precedenti: è il caso di Oro e Argento, che riprendevano le vicende di Rosso e Blu. Ma in quel caso si trattava di generazioni diverse e solo alla fine del gioco si poteva accedere a Kanto, continente della prima serie, dopo aver attraversato tutta la regione di Johto, continente della seconda generazione.
Come già Kanto in Pokèmon Oro e Argento subì parecchie mutazioni giustificate con il tempo fra le due generazioni, anche Unima adesso, due anni dopo le vicende di Bianco e Nero, è profondamente modificata. Addirittura alcune città sono sorte in zone precedentemente, si presume, inabitate, come Alisopoli, paese natio del nuovo protagonista, situata nella zona Sud-Occidentale di Unima.

LE NOVITA’ DEL GAMEPLAY


Questa potrebbe essere in realtà una freddura da Settimana Enigmistica.
Il gameplay di questi due nuovi episodi rimane, alla base, lo stesso granitico sperimentato dai tempi di Rosso e Verde ad ora, su cui sono chiaramente stratificate le novità apportate dai singoli episodi: ancora una volta la scelta iniziale è fra tre starter, uno di tipo Erba, uno di tipo Acqua e uno di tipo Fuoco, ancora una volta la meccanica è quella di camminare nell’erba alta, catturare i Pokèmon selvatici, farli evolvere e battere i capopalestra, allenatori specializzati in un singolo tipo, fino ad arrivare alla Lega Pokèmon, la sede degli allenatori più forti della regione. Niente di nuovo sotto il sole, da questo punto di vista, anche se, vista la saga della quale stiamo parlando, potrebbe non essere necessariamente una cosa negativa. Le vere novità aspettiamocele dai capitoli per 3DS.


LE ALTRE NOVITA’


In realtà alcune novità ci sono, anche se non riguardano il gameplay direttamente, si tratta di alcune features secondarie che, pur non essendo fondamentali nello svolgimento della trama, riescono a fare la differenza fra questa coppia di giochi e la coppia precedente: mi riferisco al PokèWood, all’Asse con Unima e al PWT. Cosa sono queste tre cose?
E’ presto detto: il Pokèwood è, come suggerisce il nome stesso, una sorta di Cinecittà versione Pokèmon, in cui potrete girare film prima con i Pokèmon presi in prestito ed in seguito con i vostri personalissimi.
L’Asse con Unima è una nuova funzionalità che permette di  scoprire tutta una serie di vicende intercorse nei due anni che separano Bianco e Nero da Bianco 2 e Nero 2, non fondamentali ai fini della giocabilità, ma sicuramente qualcosa di importante per gli appassionati.
La vera novità interessante è il PWT, acronimo che indica il pokèmon World Tournament: il torneo finale dei giochi dei Pokèmon, in cui potrete incontrare capipalestra, superquattro e campioni provenienti da Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh e Unima. Una manna per gli appassionati, e rivedere il buon Lt.Surge con il suo Raichu e la sua parlata inglese sempre in forma può solo fare piacere. Ovviamente con i sottofondi musicali appropriati.
C'è un'altra interessante differenza rispetto ai per quel: se in Bianco e Nero due si potevano ottenere pokemon delle generazioni precedenti solo dopo la Lega, adesso, invece, è possibile incontrare gente nota di prima, seconda, terza e quarta generazione fin dalle prime battute di gioco, il tutto giustificato dal gioco come "cambiamenti della distribuzione dei pokemon nel territorio" nei due anni intercorsi fra Bianco e Nero e i due sequel.

TECNICAMENTE…


…nulla da aggiungere. Graficamente siamo sullo stesso livello  dei precedenti: ambientazioni in 3D, un’intera città tutta in 3D, alcuni filmati 3D realizzati veramente bene, cambi di angolazioni davvero belli, battaglie dinamiche, tutto come già conosciuto in Pokèmon Bianco e Nero. Qualche sprite è meglio definito, ma nulla di grosso, comunque. Anche dal punto di vista del sonoro non ci sono novità colossali, sempre le stesse, belle, c’è da ammetterlo, musiche dei Pokèmon, con la chicca in più dei grandi ritorni musicali al PWT. Anche sulla longevità del gioco non c’è molto da aggiungere: se siete fan dei Pokèmon la durata è pressocchè infinita, la storia principale una trentina di ora le dura senza alcun tipo di problema.


CONCLUDENDO


Che dire? Il “solito” episodio dei Pokèmon, summa maxima di quanto visto finora, ben realizzato, lungo, ben fatto e curato in dettaglio. Forse maggiormente orientato a chi non ha provato i primi due e a chi li ha provati e se ne è innamorato, chi ha provato i primi episodi e non ne è rimasto sorpreso può passare oltre verso Pokèmon X e Y.
Che dire, un gran colpo di coda per il Nintendo DS. Ci mancherai.

Scheda tecnica


Valutazione

Divertimento — 9
  • Sono i Pokèmon, diamine!
  • Per cui se non vi piacciono passate oltre, però non sapete che vi perdete…
Sonoro — 9
  • I POKEMON!
  • E poi ci sono tutte le musiche dei vecchi giochi…
Grafica — 8
  • Belle le battaglie in 3D
  • Meglio definiti alcuni sprites
  • Nulla di nuovo rispetto ai precedenti capitoli
Giocabilità — 9
  • Sono i Pokèmon, per chi non lo avesse capito
  • Struttura granitica sempre vincente
Longevità — 9
  • Potenzialmente infinito
  • La storia trenta ore le dura comunque

Totale 9.0


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