Tales of the Tempest

Dopo innumerevoli episodi della serie Tales of su console casalinghe e sulla PSP la Namco Bandai decide&hellip

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Dopo innumerevoli episodi della serie Tales of su console casalinghe e sulla PSP la Namco Bandai decide di portare la serie anche sul DS; questo capitolo sfortunatamente è rimasto confinato in Giappone come molti altri titoli della stessa saga.
Ma la cosa più importante è vedere se gli sviluppatori sono riusciti nell’impresa di trasportare su una console come il DS tutte le caratteristiche che hanno contraddistinto la serie.

UN MONDO, DUE RAZZE.



Molti anni fa, nel mondo esistevano due razze.
Gli umani e i lichants (umani che possono trasformarsi in Lupi),ed essi sono sempre vissuti in armonia tra di loro.
I lichants però iniziarono a sviluppare una tecnologia più avanzata di quella degli umani, iniziarono anche a sviluppare una conoscenza della spiritualità e della magia superiore a quella degli uomini.
Proprio per questo motivo, alcuni umani decisero di iniziare una battaglia contro i lichants per impadronirsi di questi poteri.
Ovviamente ben presto gli scontri si trasformarono in una guerra devastante che si concluse con la sconfitta dei lichants e con la loro (apparente) estinzione.
La storia di Tales of the Tempest è ambientata circa 100 anni dopo la fine della guerra ed inizia con Caius, un ragazzo che vive in un tranquillo villaggio di periferia insieme a suo padre.
Un giorno mentre Caius è nel villaggio con Rubia, la sua migliore amica, un soldato imperiale viene trovato morente all’entrata del villaggio, prima di morire però dona a Caius una strana pietra di cui non ci è dato sapere il suo scopo, poco dopo un gruppo di strani mostri attacca il villaggio, i suoi abitanti riescono a respingere l’attacco grazie al padre di Caius che, improvvisamente per proteggere il villaggio si trasforma in un lichants.
Caius rimane impressionato da ciò che vede, all’improvviso arrivano due losche figure vestite con una lunga tunica che non permette nemmeno di vedere il loro volto che, insieme a dei soldati, rapiscono il padre di Caius per giustiziarlo a causa della sua natura di lichants.
Caius viene quindi bandito dal villaggio, poiché se suo padre è un lichants, questo significa che lo è anche lui e il villaggio non vuole avere a che fare con persone simili.
Caius, decide quindi di partire alla ricerca di suo padre per salvarlo da morte certa, a lui si unirà la sua migliore amica Rubia (i cui genitori sono stati uccisi dalle due losche figure che hanno catturato il padre di Caius).
Se avete giocato a Tales of Symphonia non potete non fare caso a come l’introduzione sia simile.
Fortunatamente in seguito la trama cambia.
In conclusione posso dire che non è particolarmente strutturata, ma non è nemmeno un insieme di clichè uno dopo l’altro, si lascia godere senza particolari pretese.
Se vi state chiedendo come faccia a saperlo...NO, non conosco il giapponese, ma girando su internet si può trovare sotto forma di script (ossia come semplice file di testo) una traduzione amatoriale di Tales of the Tempest di tutti i dialoghi della storia principale.
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3-On-3 LINEAR MOTION BATTLE SYSTEM



Questo è il nome del sistema di combattimento utilizzato in Tales of the Tempest.
Principalmente si basa su dei combattimenti che si svolgono su 3 piani differenti.
In pratica vi è un piano di combattimento in mezzo, uno sopra ed uno sotto in cui il party e i nemici si possono muovere solo avanti e indietro.
Inoltre con un doppio tocco della croce digitale verso l’alto il personaggio si sposterà nel piano superiore, al contrario, se il doppio tocco è effettuato verso il basso ci si sposterà nel piano inferiore.
Come tecniche di attacco vi è la combo base che varia a seconda della direzione in cui rivolgiamo la croce direzionale.
Potremo anche dare ad ogni personaggio del nostro party 4 tecniche speciali a nostro piacimento, effettuabili con l’utilizzo di B + una qualsiasi direzione della croce direzionale, esse consumano la classica barra dei TP.
Molte tecniche possono essere collegate fra di loro per creare devastanti combo, con la combinazione giusta si possono effettuare anche delle tecniche avanzate che non possono essere utilizzate regolarmente.
Considerando che il tema principale della trama è la differenza tra Umani e Lichants gli sviluppatori hanno deciso di dare la possibilità al giocatore di poter trasformare 2 membri del party (in totale i membri del party diventeranno 5) in Lichants.
Questa trasformazione dona una potenza d’attacco e un potere difensivo devastanti, a discapito però dei TP, infatti essi continueranno a diminuire ininterrottamente, una volta raggiunti gli 0 TP la trasformazione terminerà e si ritornerà alle sembianza normali.
Notare però che questa tecnica può essere utilizzata solo una volta per scontro.
Oltre a questa non vi è nient’altro da segnalare, se non la mancanza di alcuni aspetti del battle system che erano presenti nei precedenti episodi.
Prima di tutto hanno completamente eliminato la possibilità di cambiare personaggio durante le battaglie, ora è possibile soltanto al di fuori di esse.
Sono stati inoltre eliminati gli attacchi finali che erano presenti in praticamente tutti i capitoli della serie.
Si nota anche la mancanza di un arena per le battaglie.
Comunque, questo è un DS no? Quindi avranno certamente pensato di sfruttare le sue potenzialità.
Questo è stato fatto, certo, nulla di impressionante ma meglio di niente.
Prima di tutto ogni battaglia può essere affrontata con il pennino, infatti non basterà altro che tracciare un linea nella direzione desiderata per vedere il nostro personaggio correre verso il nemico e attaccarlo, tracciate più volte per creare combo, lo stesso vale per le tecniche speciali.
I classici tasti rimangono comunque più comodi ma soprattutto più precisi.
Il pennino è utilizzabile anche per muovere il personaggio quando si esplora.
La sua utilità però non termina qui, lo si può anche utilizzare per la fase dedicata alla cucina, infatti si potranno comprare degli ingredienti e creare dei piatti da utilizzare al posto dei classici oggetti di recupero.
In questa fase dovremo preparare i piatti utilizzando il pennino, una sorta di minigioco alla “cooking Mama” per darvi un’idea.
Nulla di entusiasmante certo, ma rimane comunque un’idea simpatica.
Viene inoltre utilizzato il doppio schermo per mostrare una mini mappa dell’ambiente in cui ci si trova.
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QUALCHE LIMITAZIONE TECNICA DI TROPPO



La decisione di portare un titolo simile sul DS ha comportato delle ovvie limitazioni tecniche, non solo grafiche, ma anche riguardo l’esplorazione e tutti gli altri aspetti riguardanti questo campo.
Iniziamo innanzitutto parlando della grafica.
Ad un primo impatto si nota immediatamente la particolare cura posta nella caratterizzazione fisica dei personaggi e ai colori decisamente vivaci con cui è stato creato l’ambiente, tutto strizza l’occhio allo stesso stile adottato da TOS.
Parlando dei personaggi nello specifico, essi sono dettagliati, curati, decisamente ben riusciti.
Sfortunatamente non si può dire lo stesso dei loro movimenti, meccanici e ripetitivi, soprattutto durante le battaglie.
Una grafica dei personaggi di tale portata ha avuto ovvie ripercussioni sui loro movimenti.
Purtroppo anche i nemici hanno subito lo stesso trattamento, spesso ci ritroveremo a combattere contro lo stesso mostro la cui unica differenza è il colore e lo stesso vale per alcuni boss.
Gli effetti speciali della varie tecniche risultano grezze ed utilizzano molti giochi di luce per nascondere questo fatto, dopo poco ci si fa comunque l’abitudine.
Passiamo ora agli ambienti che, se ad una prima occhiata risultano decisamente belli, vivaci e accattivanti, si nota ben presto come siano assolutamente spogli e privi di fantasia.
Anche la World Map che, per quanto possa essere gigantesca (perché è davvero gigantesca) è assolutamente spoglia, senza dettagli, con al massimo due e tre alberi qua e là e un fiumiciattolo giusto per rallegrare l’ambiente.
In pratica, la grafica è si curata e di alto livello, ma ogni singolo ambiente è privo di dettagli e spoglio.
A questo punto ci chiediamo se non sarebbe stato meglio adottare una grafica peggiore ma con degli ambienti caratterizzati decentemente.
Un’altro aspetto che lascia l’amaro in bocca è la mancanza di dungeons, essi infatti sono davvero pochissimi e anche ripetitivi nel loro design, ovviamente non dico nulla per non spoilerare, ma nell’insieme è davvero l’aspetto meno curato di tutto Tales of the Tempest.
Persino i vari menù di gioco sono assolutamente spogli.
Da segnalare anche la totale mancanza del doppiaggio tranne nelle battaglie.
Fortunatamente la colonna sonora non ne ha risentito troppo, infatti la maggior parte delle tracce possiedono una qualità elevata e non sono affatto ripetitive, insomma, questa parte è decisamente curata, non per niente è stata creata da Sakuraba, il compositore della maggior parte delle OST della serie che sono sempre all’altezza.
Anche se qualche traccia in più non avrebbe fatto del male a nessuno.
Gli effetti sonori al contrario sono pessimi e non ci azzeccano nemmeno con quel che succede nello scontro.
Un esempio: quando si colpisce un nemico con una spada sembra quasi che si stia utilizzando un bastone.
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RIGUARDO LA LONGEVITA'



Immagino cosa starete pensando ora:”ma la longevità si salva no?”
Sfortunatamente no, anche ad essa il destino ha dato lo stesso trattamento riservato ha molti altri aspetti del gioco sopra elencati.
Riuscirete ad arrivare ai titoli di coda infatti in meno di una ventina di ore, più o meno la durata media è stimata intorno alle 15 ore.
Questo non sarebbe nemmeno tanto grave se il resto del gioco spronasse ad andare a continuare.
Il problema sta proprio qui, certo, la trama rimane semplice ma interessante pur rimanendo nella sua semplicità, ma ciò che veramente smorza l’entusiasmo e la mancanza di fantasia posta in ogni singolo ambiente, in ogni zona e in ogni situazione, con cut-scene sempre statiche composte da soli dialoghi e mai un momento più concitato.
Notare inoltre come L’UNICA sub-quest di tutto il gioco sia rappresentata da un dungeon alternativo il cui completamento (molto difficile) porta all’ottenimento di un mero titolo per il proprio personaggio, certo, arrivati a quel punto si ha finito il gioco al 100% quindi qualsiasi potenziamento sarebbe inutile, ma qualcosa di più sensato potevano metterlo.
Come se questo non bastasse la difficoltà generale è nella norma, e raramente vi bloccherete a causa di un boss.
Non vi sono nemmeno stimoli a rigiocarlo dal momento che la funzione “nuovo gioco +” presente in praticamente ogni titolo della serie è stato eliminato, l’unico bonus (presente fin dall’inizio) è la difficoltà hard, prima però si deve avere la voglia di rigiocarci che non credo verrà a molti.
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CONCLUSIONE



Tales of the Tempest fa parte di quella cerchia di JRPG che non si distingue per nulla, tranne per un sistema di combattimento ben riuscito (ma questo è sempre stato un marchio della serie, sbagliare questa era proprio difficile).
In pratica se non fosse per il sistema di combattimento sarebbe un gioco mediocre.
Fortunatamente gli altri 2 Tales of presenti sul DS (usciti rispettivamente nel 2007 e 2008) sono decisamente superiori a questo in ogni singolo campo.
Giusto per mettere un piccola nota personale, a me è piaciuto e mi ha divertito molto fino alla fine, ma oggettivamente è quello che è.
Ossia un solo un “buon gioco”.

Scheda tecnica


Valutazione

Divertimento — 7.5
  • Battle System divertente.
  • Difficilmente lo rigiocherete.
Sonoro — 7
  • OST più che buona.
  • Doppiaggio completamente assente.
  • Effetti sonori pessimi.
Grafica — 7
  • Personaggi ottimamente caratterizzati.
  • Ottimo 3D.
  • Ambienti, movimenti , menù ed effetti speciali grezzi.
Giocabilità — 8
  • Anche in giapponese è semplice e intuitivo.
  • Il Battle System è l’aspetto più riuscito.
  • Mancano alcuni aspetti presenti egli altri titoli della serie.
  • Troppo lineare
Longevità — 5
  • 15 di ore di gioco non sono certo da buttare.
  • Non ci sono molti stimoli per portarlo a termine.
  • Sub quest praticamente inesistenti.

Totale 7.0


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