Animal Crossing

Introdurre Animal crossing al popolo Nintendo penso sia qualcosa di estremamente futile: tutti conosciamo…


Introdurre Animal crossing al popolo Nintendo penso sia qualcosa di estremamente futile: tutti conosciamo l'epopea che ha passato Doobutsu No Mori prima di arrivare in Europa...ed ognuno è a conoscenza, a grandi linee, di "cosa" sia Animal crossing.
 Ma che sia un communication game (per dirla alla Miyamoto) o un Rpg di stampo simulativo a noi non interessa, mentre è ben più importante conoscere il perchè Animal crossing arrivi così in ritardo nel vecchio continente e perchè sia tanto osannato in Giappone e in America.

POPULATION: GROWING!



 "It's time to move to Animal Crossing, the real-life game that's happening every second of every day. Wheter you're there or not". Così recita il retro della copertina amiricana del gioco e, francamente, non penso esista un modo più semplice e conciso di sintetizzare un titolo talmente ampio.
Animal Crossing è un gioco che piace perchè al suo interno ha un mini mondo, simile per certi versi a quello che ha caratterizzato la serie The SIMS, ma per altri aspetti molto più avanzato di questa; un micro universo che brilla di luce propria.
 Sembra impossibile, ma una volta inizata la partita e salvati i dati su memory card, il gioco non finisce più.
 Tutto continua, ogni cosa è in fermento, persino le stagioni cambiano secondo lo scorrere del tempo dettato dall'orologio interno del cubo. Il mondo di AC è come un posto di villeggiatura: per voi sarà tangibile solo quando lo visitate, ma anche quando voi non ci siete, la vita continua. Ecco quindi che il concetto di essenza virtuale si amplia: non è più un'esistenza simulata fin quando si gioca (come in the sims), ma è un vero e proprio viaggio in un mondo immaginario, che esiste quasi "a prescindere" da voi. Mentre adesso scrivo, sono sicuro che nella mia cittadina accade qualcosa: può crescere l'erbaccia come può capitare che un abitante si traferisca...a me il compito di verificarlo quando riaccenderò il cubo.
Insomma, siamo di fronte a un titolo diverso dal solito.
L'aspetto più importante del gioco, che rafforza ancora di più l'idea di libertà dataci dalla struttura temporale è la reale mancanza di obbiettivi. Certo, se volete andate pure a pescare per pagare il mutuo a Mr. Nook, ma non ce n'è bisogno, dato che non c'è nessun cronometro, nessun livello da superare o barriera di abilità da raggiungere. Il gioco vi sfida a fare quello che vi pare del vostro tempo nel villaggio, senza porvi ostacoli, ma istigandovi ad usare la fantasia. Vi piace scavare buche? Bene, scegliete voi il modo in cui guadagnarvi i soldi per comprare la vanga, con la quale potrete dissotterrare tesori nascosti, fossili, e con la quale potrete piantare fiori ed alberi.
Amate cincischiare con gli altri animali? Vi piace la pesca, o vi aggrada di più la caccia agli insetti con il retino? E che ne pensate di ingrandire un po' la casa o di trafugare la discarica? beh, si può fare tutto quello che si vuole, sempre nei limiti del gioco. Purtroppo, però, è proprio il "limite" del gioco che, dopo tutta la libertà concessa, ci infastidisce. Insomma, Animal crossing non riesce a soddisfare tutti i desideri del videogiocatore (perchè non posso costruirmi una casa dove voglio? o perchè non posso sfasciare i mobili? o nuotare nel mare?) ed è un po' il difetto di tutti quei titoli che, come AC, offrono un intrattenimento basato sulla libertà d'azione.

PER TUTTI E PER NESSUNO



 Animal crossing è un gioco "per tutti e per nessuno", proprio come può esserlo un libro di un certo filosofo (se mi è concesso il paragone blasfemo). Ovvero, in Giappone è un gioco che vende a badilate e anche negli Stati Uniti ha avuto un successo notevole, ma qui in Europa può darsi che piaccia a pochissimi videogiocatori.
 Proprio come successo per Doshin The Giant (che qui a 9 persone su 10 ha fatto schifo, mentre in Giappone ha venduto il doppio rispetto a Metroid Prime e il quadruplo rispetto ad Halo) Animal crossing potrà stancare alla svelta i giocatori europei, abituati a blastare alieni o a distruggere enormi organizzazioni segrete. Animal crossing non offre nulla di straordinario, ma ci regala solo uno spezzone di vita particolar e in un idilliaco villaggio arcadico, che forse non saprà soddisfare gli amanti dei giochi maturi, ma che farà contenti una stretta cerchia di giocatori "alternativi".
Proprio per questo, a mio parere, si è indugiato tanto sulla pubblicazione di AC che, dopo lunghi dibattiti, è giunta all'essere definita per Settembre 2004 (24 Settembre 2004, segnatevi questa data.. ndCeley), motivata probabilmente dal successo ottenuto nella terra dello zio sam, che notoriamente è la patria del Madden e degli FPS.
L'aspetto che, invece, si dimostra "per tutti" nel gioco è il gameplay (come sempre in casa Nintendo), affidato ai tasti principali del Pad GC, è intuitivo e sicuramente stimolante nello svolgimento delle azioni. Il menù, di vitale importanza, si gestisce con una semplicità disarmante e anche le azioni più diverse tra loro si svolgono con rapidità, spesso tramite l'azionamento di un solo tasto. La medesima cosa vale anche per la customizzazione degli ambienti e dei design, due fattori importanti nel gioco che si riescono a padroneggiare con assoluta sicurezza sin dall'inizio.

SOLE/MARE



 Solo per convenzione mi soffermo sull'aspetto grafico di Animal crossing, che è assolutamente trascurabile. Il gioco, come tutti sappiamo, è una conversione poco potenziata della versione Nintendo64, e quindi i limiti grafici si notano tutti, dato che i poligoni sono il minimo indispensabile.
 A salvare tutto il comparto tecnico da un generale squallore ci sono lo stile e l'uso dei colori, entrambi fattori che riescono a far rivalutare un gioco che altrimenti, da questo punto di vista, avrebbe ben poco da dire. Insomma, l'aspetto finale conferito da Nintendo al mondo spoglio di AC non è niente male, grazie all'accostamento di tonalità pastellose e grazie ad uno stile unico che rappresenta quasi un intermezzo tra la solidità di un mondo fatto di playmobil e lo stile super deformes dei cartoni giapponesi.
Anche il sonoro annaspa nel mare della sufficienza scarsa, con degli effetti assolutamente trascurabili e con le voci degli animali che, alla lunga, diventano fastidiose. Insomma, nulla di memorabile dal punto di vista tecnico per AC, ma solo una cornice adeguata al gioco.

PER MILLE SECOLI ALMENO.... (Guccini! ndCeley)



 La longevità di Animal Crossing è, come detto in precedenza, un aspetto che varia da persona a persona. Questo gioco potrebbe infatti folgorarvi per un paio di settimane per poi essere abbandonato definitivamente...oppure potrebbe essere il titolo GC più longevo della vostra intera soft-teca.
 A voi la scelta. Chiaramente, se vi siete spazientiti dopo poco con giochi tipo Harvest Moon, pensateci un attimo e ponderate l'acquisto. Se invece vi appassionate, beh, allora benvenuti in paradiso, visto che AC dura praticamente in eterno, visto che è legato alla ciclicità delle stagioni e del tempo. Inoltre al suo interno, le varie sotto quest, come i giochi NES o la raccolta di fossili, vi permetteranno di trascorrere molto tempo nella vostra città incantata, senza che neanche ve ne accorgiate.
 Un consiglio: il gioco è meglio goderselo a piccole dosi, quotidianamente, piuttosto che per troppe ore di fila.

CONCLUDENDO



 Come avrete capito, Animal Crossing è un gioco che accontenterà alcuni e che deluderà estremamente altri, sta al vostro profilo di giocatori scartarlo o meno a priori. Una volta valutato l'acquisto, non vi resta che farvi coinvolgere in questo strana dimensione alternativa.

Scheda tecnica


Valutazione

Divertimento — 8
  • Un gioco unico ed insostituibile
  • Non è adatto a tutti
Sonoro — 6
  • Senza infamia...
Grafica — 7
  • Spartana e poco appariscente
  • Ha uno stile tutto suo...
Giocabilità — 9
  • Semplice e intuitivo
Longevità — 8
  • Eterno per alcuni
  • Breve per altri

Totale 8.2


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