Zero Time Dilemma - Il titolo finale della trilogia

Zero Time Dilemma un genere di nicchia, si era fatta fatica a reperire finanziamenti, ma questo è l'epilogo di un altro universo.

Sebbene con qualche difficoltà il team della Spike Chunsoft è finalmente riuscito a pubblicare l’ultimo episodio della serie Zero Escape. Essendo un genere di nicchia si era fatta fatica a reperire finanziamenti e, addirittura, c’era la possibilità che non sarebbe mai uscito, per fortuna questo epilogo è toccato a un’altra storia, un universo parallelo, e la cosa non ci riguarda.

Cronologicamente gli eventi questo episodio avvengono il 31 dicembre 2028, ovvero 45 anni prima degli eventi di Virtue’s Last Reward, ma, come ben sappiamo, ciò che accade a Rhizome 9 potrebbe non avvenire mai.

Questa volta i partecipanti a questo gioco sono più o meno volontari, ovvero avevano accettato di fare parte a un esperimento per popolare Marte ma, alcuni di loro, non si sarebbero mai aspettati che sarebbero stati coinvolti in questo gioco complesso e malato.

Tra i personaggi troviamo vecchie e affezionate conoscenze come Junpei e Akane, Sigma e Phi e dei nuovi partecipanti; Diana, Carlos, Mira e Q. Non dimentichiamoci del sempre presente Gab, il cagnolino che era stato assegnato alla missione, è struggente la cura che alcuni personaggi gli riservano.

La struttura di Zero Time Dilemma è profondamente diversa dagli episodi precedenti, ci troviamo con tre gruppi costantemente separati e non avremo più la possibilità di seguire più o meno linearmente una timeline ma ci ritroveremo “costretti” a selezionare alcuni episodi dei vari team. Inoltre, ai personaggi, spesso verrà iniettato un sonnifero che causerà loro un’amnesia, in questa maniera non si riuscirà a capire quali avvenimenti hanno portato a quella situazione. Probabilmente è anche il motivo per cui all’inizio il giocatore viene trascinato qua e là tra le timeline.

Inizialmente le loro storie saranno separate, ma, alla fine, quando avremo sbloccato superficialmente tutte le timeline inizieremo a scavare approfonditamente e le storie inizieranno a intrecciarsi. Perciò non preoccupatevi se dopo poche ore vi troverete confusi e spaesati, se non capirete dove il gioco vuole andare a parare, perché quando vi getterà le basi di tutte le storie inizierete, pian piano, a capire meglio cosa sta succedendo. A quel punto il gioco sarà più lineare e logico, il tutto farcito da frasi in latino, sangue, sociopatia, ma anche amore e un pizzico di tenerezza, ma soprattutto, Gab.


L’essenza umana nei partecipanti del Decision Game

Ogni personaggio di questo episodio ha un carattere e un pensiero personale ben caratterizzato che rappresenta varie sfaccettature dell’essenza umana fino a sfiorare la follia.

I loro atteggiamenti, il loro pensiero, le loro parole saranno coerenti con il loro essere, a volte li si potrà biasimare, a volte li si comprenderà, a volte invece sarà difficile o impossibile farlo.

Le vecchie conoscenze appaiono molto diverse da come le ricordavamo, le loro esperienze li hanno cambiati e resi più duri, quasi più austeri e insensibili, sebbene in realtà sia solo una facciata. Sono stati tutti forgiati dalle loro esperienze, Junpei ha dovuto sovrastare una miriade di difficoltà per cercare Akane e Sigma è stato massacrato da anni di solitudine. L'unica che sembra essere sempre federe al suo essere è Phi, sempre cinica, non si fa prendere granché dalle emozioni.

Naturalmente vi sono anche dei nuovi personaggi, il pompiere Carlos, coraggioso e di buon cuore, la fredda e distaccata Mira, il suo mentalmente instabile fidanzato Eric, la dolce e fragile Diana e infine un ragazzino con uno strano casco in testa.

Ognuno di loro, con le loro caratteristiche ed esperienze, è indispensabile per la risoluzione degli enigmi, dei segreti di Zero Time Dilemma, imparerete a conoscerli nel loro profondo, ad apprezzarli, oppure a odiarli, ma vi affezionerete inevitabilmente, vi sentirete anche voi parte della storia.

Ultimo, ma non meno importante, è Zero II, si presenta con una maschera da medico della peste e una voce robotica e tirerà le redini di questo Decision Game, si presenta solo all’inizio per poi comparire solo nelle televisioni sparse nella sala principale, nonostante ciò rimane uno Zero più presente di quello di 999 e a volte interloquirà con alcuni dei personaggi.
Apparentemente sembra lo Zero più crudele di tutta la serie, il motivo per cui ha realizzato il Decision Game è molto importante, in realtà, ma i suoi atteggiamenti lo fanno prendere facilmente in antipatia.


Volti inespressivi e movimenti robotici

Ma parliamo un po’ degli aspetti negativi di questo videogame; purtroppo c’è un grande, grosso e peloso neo su questo piccolo gioiellino e mi riferisco ai modelli 3D dei personaggi del videogioco; hanno l’espressività di una ricca donna riempita di botulino, le movenze di Andrew Martin ne L’uomo bicentenario e i capelli delle donne sono una massa rigida dotata di volontà propria e capace di attraversare i corpi. Un grandissimo pugno all’occhio che smorza involontariamente la tensione o ti fa piangere come un bambino. La cosa più saggia che avrebbero potuto fare sarebbe stata quella di mantenere dei modelli 2D e l’intero gioco sarebbe stato più apprezzabile da un punto di vista visivo.

Gli artwork di Rui Tomono sono a un livello decisamente superiore e l’atmosfera dei suoi disegni decisamente più adatta all’opera, un vero peccato che all’interno del gioco la grafica non riesca proprio a trasmettere la stessa cupezza e l’intensità degli sguardi dei personaggi. I tratti leggeri, i colori freddi e delicati, uno stile moderno, adulto, serio, l'artista ha fatto un ottimo lavoro ed è uno stile che si presta benissimo per questo videogioco.



Seek a way out!

Rispetto agli episodi precedenti gli enigmi sono leggermente più facili, brevi e meno incisivi del solito, probabilmente più godibili ma di certo non mettono granché in difficoltà il giocatore, per alcuni, naturalmente, potrebbe essere vista come una mancanza. Probabilmente sarebbero potuti essere più elaborati e ricercati ma hanno sempre avuto un ruolo tutto sommato secondario al resto del gioco, perciò potrebbero non essere una grande mancanza. In ogni caso, lo stile è sempre lo stesso, ci si trova intrappolati in una stanza e bisogna risolvere gli enigmi per uscirne. A volte si saranno gli enigmi classici di Zero Escape, altre volte, invece, bisognerà prendere una sola decisione, naturalmente questa ci porterà in una o in un'altra timeline.


Valutazione finale

Zero Time Dilemma è l’episodio risolutivo, ogni nodo verrà al pettine sebbene alcuni aspetti saranno inevitabilmente forzati, vi ritroverete a guardare lo schermo del vostro 3DS a bocca spalancata oppure con lo sguardo intenerito. Un tripudio di emozioni vi attraverseranno e alla fine del gioco sentirete quel senso di vuoto e tristezza tipico di quando si finisce definitivamente un gran bel libro o un videogioco emozionante.

Un piccolo spiraglio aperto alla fine del gioco fa nascere un germoglio di speranza per un altro episodio, ma con tutta la fatica che hanno fatto per fare uscire questo, sinceramente non sono molto sicura che dal germoglio nascerà una pianta.

E’ un vero peccato che questo genere di videogiochi siano talmente tanto di nicchia da avere persino difficoltà economiche, una visual novel di questo spessore è rara da trovare. Inoltre il fatto che sia solo in inglese e ci sia un’immensità di testo da leggere, scoraggia chi non è molto pratico in inglese o è pigro, quindi probabilmente molti giocatori se lo sono perso a causa di una traduzione mancata.

Scheda tecnica


Valutazione

Divertimento — 8
  • Trama intricata
  • Enigmi simpatici
Ritmo — 7
  • I dialoghi infiniti potrebbero stancare
Sonoro — 8
  • Musiche suggestive
  • Si adattano alla situazione
  • Nello stile della serie
Grafica — 5
  • Modelli 3D rigidi
Giocabilità — 8
  • Touch screen molto intuitivo
Longevità — 6
Esperienza — 9
  • Si sta incollati allo schermo
Innovazione — 6
  • L'amnesia da un po' di brio in più
  • Solito pattern

Totale 8.0
Un ottimo gioco, peccato per la grafica 3D troppo rigida e gli enigmi a volte troppo facili.


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