Hero of Sky

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Pokémon Versione Bianca DS
Ripensavo a questo capitolo, e ai successivi mutamenti della serie, e mi è venuta voglia di parlarne un pò. Ma prima bisogna fare un passo indietro e parlare di ciò che ha significato Pokèmon per chi scrive e come mi sono sempre approcciato a esso. Per il me di quindici anni fa(non ricordo precisamente. Siamo lì, in ogni caso) Pokèmon, prima di scoprire il videogioco, era sopratutto un cartone, che ora trovo in molti aspetti infantile, ma da bambino mi piaceva assai. Già allora avevo un debole per la biologia, e quelle creature, in apparenza amichevoli, mi intrigavano. Per cui, quando andai ad acquistare, spinto, mi vergogno un pò anche se ero molto piccolo, dall'invidia verso una persona che conoscevo, non ebbi alcun dubbio a scegliere Pokèmon (Rosso Fuoco, per la precisione) come primo gioco. Avevo cinque o sei anni e da quel momento si consolidò definitivamente il mio amore per quella che fino a qualche tempo fa era la mia serie videoludica preferita. Da allora fino alla quinta generazione compresa non ne persi uno e li amai tutti, giocando anche parecchi spin-off (La serie Ranger fu il mio preferito, ma apprezzai moltissimo anche il primo Mystery Dungeon e i Pokèpark) Non ero l'unico a giocarci, ovviamente. Due mie compagne delle elementari avevano rispettivamente Verde Foglia e Rubino, mentre io avevo a quel tempo Rosso Fuoco e Smeraldo, che amai anche di più. Acquistai anche un album di figurine, che scoprì essere molto diffuso e che conservo ancora, e l'avevo quasi completato. Giocai ai giochi di terza generazione, pur non avendo mai tenuto un conto preciso, centinaia di ore, senza peraltro battere la Lega, cosa che ho fatto solo di recente, provando emozioni contrastanti. E su livelli simili, seppur inferiori, si attestò anche il mio tempo con i giochi di quarta generazione, che ebbe un ruolo determinante nella mia visione della serie, stabilendo la mia preferenza per un aspetto che in realtà amavo già e che trovo molto trascurato e quando viene trattato lo si fa in modo del tutto superficiale. Ovvero la storia del mondo Pokemon e i suoi significati, i suo riferimenti culturali, la sua simbologia. Ho sempre trovato questi aspetti, e anche la biologia dei Pokèmon, estremamente più interessanti della cattura, che pure mi piace, anche se ho sempre preferito l'evoluzione, e del da me disprezzato competitivo. Perchè lo disprezzo? Per il motivo, semplice ma complesso allo stesso tempo, che io, oltre come detto a preferire altri aspetti, ho sempre cercato di affezionarmi ai miei Pokèmon e di amarli, convinto, e lo sono tuttora, che questo sia un aspetto fondamentale della serie. Per questo ho un profondo odio per il competitivo, che secondo me va completamente contro i principi della serie, tra Pokèmon artificiali o comunque schiavizzati e scartati in modo aberrante per la loro Natura o la loro Abilità, arrivando addirittura a utilizzare strumenti che contraddicono altri pilastri della serie, come l'evoluzione. Tutto questo lo considero disgustoso, ed è per questo, ma ci tornerò più avanti, che le ultime generazioni non mi hanno affatto convinto, oltre ad altri motivi che analizzerò. Sinnoh, in ogni caso, divenne una delle mie regioni preferite e giocai molto vogliosamente anche ai remake di Johto, quella regione che già conoscevo tramite i vari Fanbook e World/Mania ma che non avevo mai esplorato. Per chi scrive si tratta di uno dei migliori remake di tutti i tempi, non solo di Pokèmon, e insuperato. Proprio in quel periodo, seppur con alcune interruzioni, cominciai ad acquistare la mai troppo lodata Pokèmon Mania, cosa che feci fino alla fine delle pubblicazioni, amandola molto. E fu proprio in questo modo che scoprì l'allora appena annunciata quinta generazione, divorando le nuove notizie su di essa con avidità. Intuì, a mano a mano che essa mi veniva disvelata, che sarebbe stata radicalmente diversa dalle precedenti. Ma fino a quando, il giorno del mio dodicesimo compleanno, non cominciai il gioco, non avevo idea di fino a che punto lo sarebbe stata. Appena vidi il filmato iniziale lo realizzai. Non avevo mai visto un'introduzione del genere in Pokèmon!Così sacra e solenne, ma allo stesso tempo triste. Mi sconvolse. E quando iniziai a giocare veramente, pur essendo più o meno preparato sui personaggi e i Pokemon, questa sensazione, la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di radicalmente innovativo per la serie, si acuì. Non ero preparato a questo e credo che all'inizio ero ancora un pò scettico. Ma dopo il primo incontro con il Team Plasma e con N ne fui totalmente rapito. Anche le città, anche se di solito non ci si pensa, mi colpirono. Avevano geometrie, geografie e angolazioni che non avevo mai visto nella serie e che anche dopo non ho più visto. Soprattutto la loro caratterizzazione era estrema e minuziosa. Come anche mi colpi il fatto che le Palestre avessero sede ognuna in un edificio diverso. Ma più di ogni altra cosa mi colpì il contrasto, e al tempo stesso l'armonia, del tema principale della storia del gioco,che non è solo l'armonia tra Umani e Pokèmon, come detto superficialmente da troppi, ma più in generale il tema della convivenza, degli opposti. Tra Natura e Tecnologia, tra Passato e Futuro, tra Bene e Male. E in tutto questo il gioco faceva capire benissimo come in realtà sia tutto mirabilmente sfumato. N in questo è il personaggio cardine, simbolo stesso della lotta interiore tra Bene e Male, tra libertà e schiavitù. E in ciò il mio amore per la storia del Mondo Pokèmon raggiunse l'apice, con ambientazioni come il Castello Sepolto, la Torre Dragospira e le Rovine degli Abissi (più le Rovine d'Alfa di Johto e altri luoghi precedenti, che tanto titillarono la mia curiosità) che mi colpirono per bellezza, scenari evocativi, mistero e per la lor forza dirompente. In questo la quinta generazione, ci aggiungo anche i seguiti, dove ci viene mostrata una regione pù estesa, completa e in qualche modo matura, dove si consuma la vana vednetta di Ghecis, oltre che ssere anche loro pieni di rara finezza. Per tutti questi aspetti considero la quinta generazione on solo l'apice della serie, ma di utto quello che sarebbe potuta essere, se solo Game Freak avesse avuto un pò più di coraggio... considerati gli sviluppi successivi della serie non posso fare a meno di rimpiangerla. A questo si è già accennato quando ho parlato del competitivo, ed è il giunto il momento di analizzare modi e motivi della mutazione genetica di Pokèmon, come l'ho battezzata, e che ha trasformato la serie in qualcosa di diverso, privo di fascino e mistero, con toni più infantili che si rispecchiano nella caratterizzazione dei personaggi, anche estetica, e sopratutto con la narrazione ridicola o inesistente in quanto la trama principalmente è stata lentamente ma inesorabilmente, subordinata al competitivo, che come già detto considero il morbo della serie. Ma perché questo è accaduto? L'idea che mi sono fatto, nel corso degli anni, ben lungi da ridurre il tutto a una questione di vendite, che per la quinta generazione furono comunque altissime, è che Game Freak, pur continuando giocoforza ad occuparsi della narrazione della serie, seppur come detto in modo più infantile, abbia voluto gradatamente sbarazzarsi di tutti gli aspetti che rendevano Pokèmon non solo adatto ai bambini, ma realmente a tutte le età, epurandola di qualsivoglia profondità,come il mistero, il fascino per l'ignoto, i significati e le metafore occulte, il senso dell'avventura e di scoperta, la curiosità verso il passato. Tutto questo è stato nella migliore delle ipotesi eliminato, e nella peggiore sostanzialmente edulcorato, travisato e mutato. Da evidenziare in questo senso l'ambientazione in regioni assai diverse e lontane, in tutti i sensi, dalle precedenti. In questo contesto, considerato quanto già detto, si spiega perfettamente il mutamento sostanzialmente non solo della serie, ma di tutta la sua struttura. Intere serie spin-off sono cancellate o dimenticate, e spin-off insulsi come Go sono stati dirottati su mobile, approfittando della fine delle console portatili Nintendo e della loro fusione in Switch. Questo ha portato a una situazione caotica, che non ha nulla, davvero nulla, a che fare col vero Pokèmon, che se è sempre stato una serie anche commerciale, ora è SOLO commerciale e sviluppato senza dedizione. Da fan considero tutto ciò intollerabile, e di nuovo, lo ripeto, penso alla quinta generazione come un'occasione persa, forse l'occasione persa. Se Pokèmon dev'essere quello attuale, me ne dissocio volentieri. Preferisco conservare un'immagine per me positiva della serie e dei ricordi che mi legano a essa. Forse non tutti saranno d'accordo, ma non scrivo per avvere l'approvazione di chi legge, ma per sfogarmi su un argomento che mi sta a cuore. Quindi, considerato tutto ciò, la quinta generazione si merita il voto massimo, per me. Consigliata a tutti

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Super Mario Galaxy 2 Wii
Semplicemente il miglior Mario di sempre. L'equilibrio tra elementi 2D e 3D è perfetto, è un gioco pieno di idee geniali (fantastici i livelli gravitazionali), il divertimento non finisce mai. E c'è anche un grandioso omaggio a Mario 64